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La verità nascosta sull'11 settembre di Eric Laurent

| Lunedi 14 Novembre 2005 - 13:00 | Giacomo Busulini |

Eric Laurent , autore del libro che ha per titolo “La verità nascosta sull’11 settembre” si è trovato di fronte nelle sue indagini ad una vera e propria omertà.
Ad eccezione di un trader che dichiara : “Opero da 10 anni nel mercato delle opzioni e non avevo mai visto acquisto di opzioni alla vendita tanto elevati” . Una realtà confermata dalla rivista “ Sixty minutes” che così commenta:
“ da alcune fonti la CBS ha appreso che nel pomeriggio precedente il giorno dell’attacco si sono avuti segnali d’allarme per la quantità insolitamente elevata delle transazioni effettuate nel mercato americano delle opzioni”. La CBS valuta che il bottino delle speculazioni effettuate in tutto il mondo sia stato di 100 milioni di dollari. Ma la cifra sembra inadeguata quando il 13 gennaio 2002 Andreas Von Bulow, ex ministro della Difesa Tedesca, che aveva il controllo dei servizi segreti, dichiara al quotidiano “Tagesspiegel” che i profitti realizzati potrebbero ammontare a 15 miliardi di dollari. Quello che è certo è che nelle ore precedenti gli attentati i computer installati nelle due torri hanno registrato un flusso di transazioni insolitamente elevato per valore e volume. Più di 100 milioni di dollari secondo la stima di Richard Wagner (Reuters Report del 16/12/01). Obiettivo degli speculatori criminali è chiaro: compiere un crimine perfetto di cui la distruzione delle torri cancellerà ogni prova. Con il passare dei mesi lo sgombero delle macerie porta alla luce gli hard disk gravemente danneggiati dall’acqua e dal fuoco. A questo punto viene incaricata una società tedesca, la Convar, specializzata nel recupero dei dati che usa una tecnologia rivoluzionaria grazie alla quale è possibile ricuperare i dati degli hard disk deteriorati. Peter Henschel direttore della Convar ha successivamente dichiarato all’agenzia Reuters: “ Sospettiamo che alcuni operatori abbiano avuto notizia degli attacchi tramite informazioni riservate e l’abbiano usata per inviare ordini e autorizzazioni di transazioni finanziarie, calcolando che in tale situazione caotica avrebbero avuto un vantaggio di almeno una buona lunghezza.” Sottolineando l’entità anomala delle transazioni Henschel ha aggiunto : “ Si può supporre che la mattina dell’11 settembre gli americani siano stati colti dall’irresistibile frenesia degli acquisti, tuttavia anche considerando questa ipotesi gran parte delle transazioni restano inspiegabili”.
In ogni caso i dati raccolti dalla Convar sono tuttora coperti da segreto. Nulla è filtrato e se ne capisce il motivo quando si scopre che questa piccola società, già da 15 anni al servizio della polizia federale tedesca e dell’esercito americano,ha accettato di collaborare con l’FBI. Che ha voluto chiudere il dossier al più presto.
Per pura incompetenza? Quello che è certo è che nella preparazione e nella realizzazione degli attentati si accompagna una pianificazione , meticolosa e implacabile, mirante ad ottenere profitti finanziari. Chi può essere così cinico e amorale da approfittare di un attacco al simbolo della speculazione finanziaria se non quella lobby militar-petrolifera che ha studiato gli effetti di un attacco terroristico al presunto cuore del sistema? Come si può pensare che la Cia che sorveglia in tempo reale, 24 ore su 24, le operazioni e i movimenti sospetti dei mercati azionari e dei capitali sia all’oscuro di quello che è effettivamente accaduto? E’ ovvio che l’aumento di temperatura nei mercati può rivelare l’approssimarsi di una operazione contro gli interessi dell’impero, compreso un attacco terroristico. La Cia può essere talvolta inefficiente, ma non è né sorda né cieca. Sostenere che ignorasse tutto dell’attacco è assurdo come negare le leggi della gravitazione universale. La sola domanda che possiamo porci è : “perché non li hanno fermati?”.
Tuttavia risalire agli autori delle transazioni diventa praticamente impossibile quando si scopre che :
la banca Alex Brown, la più antica banca americana acquistata nel 1999 dalla Deutsche Bank, risulta implicata nell’acquisto delle opzioni delle due compagnie aeree coinvolte negli attacchi American e United Airlines;
Paul Bremer, uomo di fiducia di Bush, inizialmente incaricato di ricostruire l’itinerario e l’identità dei beneficiari, viene nominato proconsole in Iraq portando così all’insabbiamento dell’inchiesta;
Il presidente della Alex Brown dal 1991 Mayo Shattuk III da le dimissioni pochi giorni prima dell’11 settembre rinunciando a un compenso di oltre 40 milioni di dollari tra stipendi, premi e opzioni;
Buzzy Krongard, direttore generale della stessa Alex Brown e quindi braccio destro di Mayo Shattuk , i due formavano una coppia inseparabile e lo sviluppo della banca è dovuto in gran parte alla loro collaborazione, nel settembre del 1997 diventa vicepresidente della Bankers Trust con cui si è nel frattempo fusa la Alex Brown ma pochi mesi dopo si dimette per diventare collaboratore della Cia, dove dal 16 marzo 2001 è il numero 3 dell’agenzia con il titolo di direttore esecutivo.
In conclusione la banca che specula alla vigilia degli attentati aveva a capo, 3 anni prima, un uomo diventato dirigente della Cia, per conto della quale controllava le minime anomalie che si verificavano nel mercato finanziario. La Cia quindi non ha visto, sentito e capito niente, nonostante la presenza di Krongard, che conosce tutti i meccanismi e gli ingranaggi del mondo bancario. Il cerchio si è chiuso.
Tuttavia se qualcuno non fosse ancora convinto che coloro che sapevano hanno taciuto ecco il quinto ed ultimo tassello:
nell’ottobre 2001 un comunicato ufficiale annunciava le dimissioni di Richard Walker , direttore della sicurezza dei mercati. Nel comunicato si sottolineava che Dick “è stato un energico difensore della necessità di punire penalmente chi violava la legge. Abbiamo apprezzato la sua dedizione nel proteggere gli investitori, soprattutto i più anziani”.

L’incorruttibile Dick che avrebbe dovuto fare chiarezza sul mostruoso crimine delle speculazioni finanziarie collegate all’11 settembre, non solo non ha chiarito niente ma ha lasciato l’incarico per ricoprire quello molto ben remunerato di consigliere della Deutsche Bank, l’istituto che controlla la Alex Brown.

La commissione d’inchiesta incaricata di far luce sugli eventi dell’11 settembre consegna il rapporto finale il 24 luglio 2004. In 600 pagine non menziona neppure una volta le speculazioni finanziarie effettuate prima dell’11 settembre, sebbene molti testimoni ne avessero parlato chiedendo che su di esse fosse fatta chiarezza.
Perché quelle aberranti operazioni non sono state scoperte prima dell’11 settembre?
Chi le ha effettuate? Si è indagato sui responsabili? Chi erano le persone incaricate di controllare le operazioni?
Sono state chiamate a rendere conto della loro inefficienza? A tutte queste domande la commissione non ha dato risposta.
Forse ci aiuterà a capire il silenzio della commissione conoscere il curriculum del capo della commissione, Thomas Kean. A parte un breve articolo sulla rivista Fortune del 27 gennaio 2003 non è stata scritta una sola parola sul conflitto d’ interessi che avrebbe dovuto costringere Kean a dimettersi da presidente della commissione.
La nota bibliografica, diffusa ufficialmente dalla commissione, omette infatti di ricordare che Kean è stato direttore e azionista dell’Amerada Hess, il gigante petrolifero che si è distinto soprattutto per aver creato nel 1988 una società con la saudita Delta Oil al fine di sfruttare i giacimenti del mar Caspio. La Delta Oil ha stetti legami con i membri della famiglia reale saudita alcuni dei quali sono suoi azionisti. Ma i veri proprietari del gruppo sono due sauditi citati in giudizio dalle famiglie delle vittime dell’11 settembre con l’accusa di essere finanziatori di Al Qaida. I due sauditi sono : -Khalil Bin Mafuz, ex proprietario della più importante banca del paese, ritenuta l’istituto della famiglia reale;
Mohammed Hussein Al Amudi, un miliardario che controlla un vasto impero e ha partecipazioni nei settori bancario, edile, petrolifero e minerario.
Bin Mahfuz è lo stesso che aveva salvato dal fallimento nel 1998 l’attuale presidente americano riportando a galla la Harken , la sua compagnia petrolifera in difficoltà.
La domanda che è destinata a non avere risposta è:
perché si è nascosto al grande pubblico che l’uomo a capo dell’organismo incaricato di far luce sull’attentato ha avuto come soci due personaggi sospettati di finanziare l’organizzazione terroristica che lo ha preparato?
A questa domanda se ne aggiungono altre come:
Qual è la vera identità dei dirottatori?
Mentre gli attentati dell’11 settembre rivelano l’insuccesso e perfino il fallimento dei servizi d’informazione americani, tre giorni dopo, il 14 settembre, l’FBI pubblica i nomi e le fotografie dei 19 presunti autori dei 4 dirottamenti, di questi 15 sono sauditi. Ma tale versione cambia rapidamente, degli stessi 15 solo 8 diventano “presumibilmente” sauditi. Solo di 7 viene riportata la data di nascita, degli altri nonostante le foto divulgate non si conoscono né la data né la nazionalità. Il 27 settembre l’FBI pubblica un secondo elenco dei dirottatori praticamente identico che non sarà più modificato. Peccato che nel frattempo tutto il mondo venga a sapere dai mass-media che 7 dei presunti dirottatori sono ancora vivi e non hanno avuto niente a che fare con gli attentati. Evidentemente qualcuno ha rubato le carte d’identità dei presunti terroristi. Nei giorni successivi si scopre che l’elenco dell’FBI è privo di qualunque fondamento. Infatti uno dei presunti dirottatori intervistato dal Daily Telegraph conclude “ Che servizio d’informazioni (l’FBI) è quello che ignora l’esistenza di migliaia di Said Al Alghamdi in Arabia Saudita? È esattamente come se si accusasse un abitante di Nuova York che si chiama Tom”.
Anche questa domanda non ha avuto risposta. Che cosa ha fatto Eric Laurent per cercare di scoprire la verità? Quello che avrebbe fatto ognuno di noi, ha esaminato l’elenco dei passeggeri e degli equipaggi presenti su ciascuno dei 4 aerei. Peccato che il numero delle persone che si trovavano a bordo non corrisponde con quello ufficiale né in quello riportato nel rapporto finale della commissione. Ma la cosa più sorprendente è che in nessun elenco ufficiale compaiono i nomi dei presunti dirottatori, come se i 19 terroristi si fossero materializzati sugli aerei senza passare attraverso i check control, il che ha dell’incredibile!
Un’altra grave lacuna del rapporto della commissione d’inchiesta è il ricovero di Bin Laden nell’ospedale americano di Dubai nel giugno 2001, meno di tre mesi prima degli attentati. Potrebbe essere che il più pericoloso criminale ricercato in tutto il mondo si sia presentato per farsi curare sotto una falsa identità per farsi beffe degli usa? Tutto ciò sarebbe credibile se non ci fossero le prove che durante il ricovero andato a visitarlo, probabilmente per fargli gli auguri per il successo della sua impresa, lo stesso capo della Cia a Dubai Larry Mitchell. Il fatto è che quel rispettabile signore aveva un vizio : non sapeva mantenere un segreto dopo una serata di abbondanti bevute. Si era infatti vantato dell’incontro e il segreto della presenza del capo di Al Qaeda era stato bruscamente svelato.
Paradossalmente per anni le autorità americane non avevano fatto alcuno sforzo per neutralizzare Bin Laden, eppure subito dopo gli attentati erano tutti convinti che i colpevoli fossero Al Qaida e l suo capo.
Laq mattina del 12 settembre la Cia comunica ufficialmente che Al Qaida è implicata negli attentati.
Peccato che come precisa il primo ministro inglese Blair in un discorso del 4 ottobre alla Camera dei comuni: “le informazioni ottenute dai servizi segreti di solito non possono essere usate come prova a causa dei rigidi criteri di ammissibilità e della necessità di proteggere le fonti”. Il che significa in sostanza che nessun tribunale al mondo potrebbe condannare Bin Laden sulla base di questi elementi.
Pertanto la campagna orchestrata dal gatto e la volpe per scatenare la guerra prima contro l’Afghanistan e poi control’iraq non è altro che pura propaganda per impadronirsi di due paesi situati nella zona nevralgica per il controllo del medio oriente in funzione antirussa e anticinese.
La cosa più sorprendente che scopre Laurent è che da una ricerca accurata presso gli schedari dell’FBI è che nella scheda di Bin Laden non si fa menzione delle sue responsabilità negli attentati dell’11 settembre. Benché su di lui ci sia una taglia di 25 milioni di dollari, Osama Bin Laden, descritto dall’FBI come il “capo terrorista di un’organizzazione nota col nome di Al Qaida” ufficialmente non è ricercato né accusato dalle autorità americane per gli attentati del’11 settembre e per le 2996 vittime che hanno provocato
Come spiegare una simile lacuna che non può essere assolutamente frutto del caso, visto che si tratta del personaggio più ricercato di questo pianeta e che gli usa hanno scatenato ben due guerre con la motivazione ufficiale di voler catturare i terroristi di Al Qaida e distruggere la loro organizzazione?
Eric Laurent si lancia sulla pista Bin Laden e sulle protezioni da lui godute da parte della Cia e dei servizi segreti pakistani a partire dal 1985 al fine di utilizzare la causa dei fondamentalisti islamici per sloggiare i russi dall’Afganistan. E lo strumento usato per finanziare questa ennesima guerra imperialista è stato il traffico di eroina che ha avuto un ruolo essenziale nel dare il colpo di grazia assestato a Mosca ed è tuttora un atout politico e finanziario per tutti i signori della guerra che si contendono il potere nella regione afgana.
Prima dell’invasione sovietica in Afganistan non esistevano praticamente coltivazioni di papavero. In breve tempo la Cia per finanziare la guerriglia antirussa si serve del traffico di eroina il cui principale consumatore è rappresentato proprio dagli usa. Man mano che i mujaheddin hanno stabilito il proprio controllo su una parte del territorio afghano, hanno imposto ai contadini di coltivare l’oppio per finanziare la rivolta. La Cia in combutta con i servizi segreti pakistani, man mano che si delinea il crollo dell’Urss, mentre si preoccupa di fornire ai combattenti afgani i missili Stinger, causa di gravi perdite agli occupanti sovietici, prende accordi con la mafia russa per estendere il mercato dell’eroina a questo nuovo grande mercato.
L’Afghanistan ha visto passare la sua produzione dalle 200/300 tonnellate all’anno nel 1979, data dell’invasione sovietica alle 2000/3000 alla fine degli anni 90. Nel 1994 addirittura l’Afghanistan supera la Birmania per molto tempo prima indiscussa in questa speciale classifica dei principali fornitori di oppio, queste sì armi di distruzione di massa.
Le prove della implicazione dell’ISI, il servizio segreto pakistano, sembrano evidenti quando il 7 ottobre 2001 il presidente Musharaff destituisce all’improvviso dalla direzione dell’ISI il generale Mahmud Ahmed, con la motivazione ufficiale che continuava ad avere rapporti con i talibani. Si tratta di quello stesso generale si trovava la mattina dell’11 settembre a colazione in campidoglio con il senatore Graham ,Presidente del comitato senatoriale per i servizi d’informazione. Alla colazione era presente un terzo uomo: Peter Goss, deputato della florida e amico intimo di Bush, destinato a sostituire il dimissionario George Tenet al comando della Cia (10 agosto 2004). Interrogato sul tema di questo incontro il senatore Graham ha dichiarato: “abbiamo parlato di terrorismo, in particolare del terrorismo di matrice afghana”. Nonostante i tentativi di minimizzare il doppio gioco pakistano il 9 ottobre il “Times of India” precisa: “Fonti di altissimo livello confermano che il generale Mahmud è stato destituito a causa delle prove prodotte dai servizi segreti indiani , dalle quali emergono i suoi legami con uno dei kamikaze che hanno distrutto il World Trade Center. Le autorità americane hanno preteso la destituzione dopo aver avuto conferma che 100.000 dollari erano stati trasferiti dal Pakistan al pirata dell’aria Mohamed Atta, dietro richiesta del generale Mahmud.”
La cosa incredibile è che di fronte a tali rivelazioni non ci sono stati commenti né da parte della casa bianca, né da parte del pentagono o del dipartimento di stato. La stessa commissione d’inchiesta ignora completamente nel suo rapporto di tali rivelazioni.
Il silenzio è un’arma terribile per soffocare o uccidere la verità. E ha un alleato perverso ed efficace come lui: l’oblio.
I crimini dell’11 settembre e il mistero che li circonda sono la prova che dietro i grandi crimini c’è il silenzio e l’oblio.
Non è un caso che il solo paese che abbia rifiutato ad Eric Laurent un visto d’ingresso nel corso della sua inchiesta alla ricerca della verità.
La tragedia del’11 settembre non ha ancora rivelato le sue orribili verità. La controinchiesta di Eric Laurent “La verità nascosta sull’11 settembre’’ apre uno spiraglio nel muro di omertà che l’amministrazione usa ha costruito per impedire con ogni mezzo l’acceso alla verità. , anche se le risposte suscitano nuove domande ancora più sconvolgenti:
quale è stato il vero ruolo dell’Arabia saudita detentrice del 24% delle riserve mondiali di petrolio, ufficialmente alleata degli usa, in realtà nemica dell’occidente?
Quale è stato il ruolo del Pakistan, l’unica potenza musulmana che possiede l’arma nucleare?
Che ruolo ha avuto esattamente Bin Laden, l’uomo più ricercato della terra che oggi l’amministrazione bush sembra aver completamente dimenticato?
Che ruolo hanno avuto la Cia? E perché non dire quel nome che solo oggi comincia timidamente ad apparire sui giornali: la N.S.A,National Security Agency, la più delirante creazione dello spionaggio moderno, che con il suo budget di oltre 10 miliardi 10 di dollari annui rappresenta la più potente e misteriosa organizzazione segreta mai apparsa su questo pianeta, al cui confronto Gestapo e KGB rappresentano organizzazioni filantropiche.
Come possiamo credere che le risposte alle nostre domande siano ignote ad almeno uno dei 38.000 dipendenti che nella sede dell’agenzia, il cui nome si può anche tradurre in Never Say Anything (mai dire niente) si occupano di decifrare messaggi segreti e ogni genere di informazioni, diplomatiche, miliari, finanziarie e addirittura private, trasmesse via telefono, e-mail, satellite, cavo, ecc. ecc. e che cosa risponderebbero i suoi 25.000 agenti impiegati nelle sedi sparse in tutto il mondo?
Come possiamo credere che venga finalmente alla luce la verità sui veri mandanti di questo crimine, tanto più orribile perché le sue 2996 vittime sono servite per scatenare due guerre che hanno prodotto decine di miglia di vittime nei due paesi vittime dell’aggressione yankee?
Come è possibile che per tanti anni si sia potuto tenere nascosta l’esistenza di una organizzazione spionistica, creata il 4 novembre 1952, in base a un decreto presidenziale segreto, la direttiva numero 6 del consiglio di sicurezza
Nazionale, classificata ancora oggi top secret? Ancora oggi nella più grande democrazia della storia, patria della libertà, luce delle genti,, faro della civiltà, ecc. ecc, e a cui si abbeverano tutti gli utili idioti di questa serva Europa, non si conoscono i termini esatti di questa misteriosa direttiva. In sostanza nel paese modello di democrazia nessuno controlla l’operato di una organizzazione che, senza alcun controllo da parte dei rappresentanti del popolo, registra ogni ora più di due milioni di conversazioni negli usa e nel resto del mondo. I suoi mastodontici bilanci vengono approvati supinamente dai membri del congresso americano senza neppure avere una copia del documento che ne dimostri l’autorizzazione.
Ebbene ora possiamo chiederci qual è la differenza fra un simile stato e il regime del terrore instaurato da Stalin: che in Russia tutti sapevano di essere controllati e negli usa no, anzi ancor oggi ben pochi sono al corrente che questa organizzazione possiede nei suoi archivi le conversazioni private dei cittadini usa.
A distanza di ancora non è stata fatta luce sull’assassinio del presidente Kennedy , sono passati solo 4 anni dall’11 settembre, in entrambi i casi la verità è ancora un mistero sotto una montagna di menzogne.
Ma fino a che ci saranno uomini come Laurent non perderemo la speranza che alla fine il muro di menzogne su cui è stato costruito l’impero americano crolli come è crollato il muro di Berlino.

Giacomo Busulini

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