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Ircocervo L’ ufficio stampa degli ex Gladio

| Mercoledì 31 Luglio 2002 - 18:34 | Maria Lina Veca |

Paolo Inzerilli, capo di stato maggiore di Gladio, ha una sua “ricetta” per “identificare e contrastare una disinformazione mirata, impedendo che inquini, poi, per anni, la società”. Quale sia questa ricetta, è presto detto dal medesimo Inzerilli, sulla rivista di recentissima uscita “Ircocervo”, direttore editoriale Francesco Gironda, già portavoce di Gladio. Il Generale Inzerilli ci parla della “guerra non ortodossa” e delle attività OCS, condotte dai servizi clandestini, ovvero da strutture coperte e quindi formalmente inesistenti. “Lo scritto - dice il comunicato ANSA - non fa menzione degli Ossi, gli operatori speciali del servizio informazioni, le cui operazioni erano coperte da una classifica di “segretissimo” che hanno agito armati e la cui attività è stata dichiarata da due sentenze della magistratura “eversiva dell’ordine costituzionale”.
“Infatti - commenta Falco Accame - i nostri servizi segreti possono svolgere solo operazioni di intelligence. Quando si guarda alla guerra non ortodossa, non prevista dalla nostra Costituzione, occorre estrema prudenza, a meno che non si intenda sollecitare indirettamente modifiche alla Costituzione.” La rivista “Ircocervo” è di area Forza Italia: “Forza Gladio, anzi Forza Italia - ironizza Accame - perché “Ircocervo” è promossa dagli “intellettuali” di F.I. (10 Euro a copia), e l’articolo di maggior spicco che compare nel primo numero è quello a firma del generale Paolo Inzerilli, per l’appunto uno degli ultimi capi di Gladio.
Richiama alla mente la prima uscita pubblica sulla guerra non ortodossa, promossa nel 1965 all’Hotel Parco dei Principi, a Roma, cui seguì, un anno dopo, l’operazione Delfino, firmata dalla Quinta sezione addestramento dei servizi, ed effettuata dai quadri di Gladio. Dunque - continua Accame - un indiretto rilancio da parte degli “intellettuali” di Forza Italia...quello che resta nell’ombra, nello scritto di Inzerilli, riguarda il fatto che la guerra non ortodossa (il “padre” di questo tipo di operazioni è il Field Manual 30/31 degli Stati Uniti, concepito durante la guerra del Vietnam, per la guerriglia e controguerriglia) non è contemplata dal nostro ordinamento. Una copia di quel manuale fu trovata - o fatta trovare - nella borsa della figlia di Licio Gelli...per intenderci, la guerra non ortodossa è sostanzialmente guerriglia e controguerriglia, quelle attività armate di cui i brigatisti rossi volevano sapere tutto (perché poteva essere usata nell’antiterrorismo, e che fu oggetto degli interrogatori dell’on. Moro in prigione... le risposte di Moro si trovavano in quelle pagine che sparirono, e forse, anche una copia si trovava nell’archivio del Generale Dalla Chiesa.”
Il tema di Gladio era tornato alla ribalta per la sentenza della Corte d’Assise di Roma che aveva assolto in via definitiva, con formula piena, Paolo Inzerilli e Fulvio Martini, ex responsabili dei servizi segreti, e capi riconosciuti di Stay Behind. Martini, in quell’occasione, ha dichiarato la sua soddisfazione perché sarebbe stato riconosciuto l’operato di Gladio come conforme alla “perfetta legittimità, al servizio della Patria”.
Ricordiamo che il 9 febbraio si era concluso il processo di Savona e era diventata definitiva la sentenza che assolveva i responsabili dei Servizi e di Gladio “per non aver commesso il fatto”.
Tra gli assolti molti esponenti della Gladio ligure e l’ex questore Arrigo Molinari che aveva commentato: “Eravamo patrioti”.
Cossiga celebrò la sentenza della Corte d’Assise di Roma con la consueta capacità mediatica, nel corso di una conferenza stampa organizzata il 20 febbraio alla Sala della Stampa Estera a Roma dall’Associazione Italiana Volontari Stay Behind.
Ha detto il Presidente Cossiga: “Nel rilevare pubblicamente l’esistenza di Gladio, Giulio Andreotti probabilmente ha compiuto un’opera di prudenza politica: ha temuto che i comunisti o altri gli buttassero tra i piedi questa cosa di Gladio al momento dell’elezione del Presidente della Repubblica” e ha aggiunto “A differenza di Aldo Moro che era con le mani in tutte le cose segrete del Paese, Andreotti è un pacifista cattolico, non ha mai creduto alle Forze Armate né ai servizi segreti, il che spiega con quanta leggerezza abbia detto di Stay Behind...”
E, sempre nel suo stile provocatorio, Cossiga ha rivelato chi, a suo giudizio, debba essere considerato il fondatore di Gladio: ”E’ Paolo Emilio Taviani, uno che la mattina andava alle riunioni con Pajetta e la sera dava indicazioni per Stay Behind”.
Altri fondatori furono Moro e Gaetano Martino, mentre dei dubbi su questa organizzazione li aveva Antonio Segni.
“Moro - ha detto ancora Cossiga- che era Presidente del Consiglio, si sbarazzò di Andreotti alla Difesa per metterci Tremelloni, un ex capitano degli alpini che è rimasto capitano tutta la vita: anche da Ministro continuava a mettersi sull’attenti davanti ai generali. Tremelloni un giorno mi chiamò per annunciarmi un briefing segreto su Gladio da parte del SIFAR. Mio compito sarebbe stato quello di richiamare in servizio dei militari che avevano accettato di far parte di Gladio. Ricordo che richiamai, promuovendolo, anche un senatore democristiano. Fu tale la paura di tradire il segreto che mi sono scordato, e ancora oggi non mi ricordo, dove fossero, o se ci sono ancora, dei depositi nucleari in Italia.”
Sono sempre interessanti e da “decriptare” gli interventi di Cossiga e sono anche interessanti i suoi vuoti di memoria...
Tornando alla sentenza della Corte d’Assise di Roma, nella migliore tradizione italiana, una sentenza di tribunale cancella con un colpo di spugna morti e segreti, dichiarando che non ci fu nessuna responsabilità da parte degli ex vertici del Sismi sulle presunte deviazioni di Gladio, la struttura cosidetta “Stay Behind”, costituita in Italia, (ma anche in vari paesi occidentali) in ambito Nato, nel Dopoguerra, con il dichiarato scopo di attivare una resistenza armata in caso di invasione sovietica.
Diventano quindi definitive sentenze che assolvono i responsabili dei Servizi e di Gladio “per non aver commesso il fatto”, considerando che anche la sentenza di Savona ha interessato centinaia di affiliati della struttura segreta scoperta in Italia nel `90.
Quattrocento imputati erano liguri coinvolti nell´organizzazione, che disponeva anche di una base di addestramento in Sardegna.
Fra questi , come dicevamo, l´ex questore di Sanremo e capo della squadra mobile di Genova, Arrigo Molinari, di Andora, che nel novembre del 2001 con altri affiliati della Gladio Ligure aveva preso parte a una manifestazione romana pro-America.
“Dopo dodici anni - ha detto Molinari - la struttura cosiddetta Nato è stata riconosciuta legittima con l´assoluzione di tutti i partecipanti `´per non aver commesso il fatto´´.
Il caso è stato chiuso e i `´gladiatori´´ erano patrioti?
“Abbiamo difeso - proseguiva Molinari - la democrazia e sono orgoglioso di quanto ho fatto. Non mi pento di nulla anche se mi è costato caro in tema di carriera”.
Si arriva così al ribaltamento totale delle posizioni, con la cancellazione e l’oblio della realtà eversiva di Gladio, con la dimenticanza della sentenza della Corte d’Assise di Roma, che classificò come “eversivo” la struttura “OSSI” (Operatori speciali dei Servizi Italiani).
Ricordiamolo: era il marzo del 1997 quando la sentenza della Cassazione sugli “OSSI” fece pensare che si fosse fatto “un importante progresso sulla conoscenza di ciò che ruotava intorno a Gladio”.
Queste furono all’epoca le parole di Falco Accame , ex presidente della Commissione Difesa, sulla decisione dei giudici della Corte d’Assise d’appello che avevano stabilito come il documento sugli Operatori Speciali dei Servizi Italiani, qualificato come “segretissimo”, “non potesse essere legittimamente coperto da segreto o da altra limitazione nella sua circolazione e conoscibilità” in base alla legge del 77 che “prevede il divieto di apposizione di segreto di Stato a notizia o fatti eversivi dell’ordine costituzionale”.
La storia, colma di accuse e con forse più assoluzioni davanti ai giudici, per i gladiatori è finita nei primi anni ‘90.
Quando fu resa nota la struttura organizzata dal servizio segreto italiano e pensata dalla Nato. Francesco Gironda, portavoce, ora direttore editoriale di “Ircocervo” e volto noto di quel gruppo che ha voluto continuare ad onorare il motto “Silendo libertatem servo” ancora più chiaramente ha spiegato: “Ero uno specialista in guerra psicologica. Sarebbe bastato un corso, una formazione particolare e avrei potuto lavorare anche contro altre operazioni Stay Behind, come quella di gruppi etnici coesi che vogliono compiere attentati. Ma la mia faccia e il mio viso è ormai bruciato in tutti controspionaggi occidentali e non”.
La recente sentenza della II Corte d’Assise d’Appello e la decisione della pubblica accusa di non ricorrere hanno mandato in archivio la lunga vicenda legata alla struttura che doveva essere occulta e che invece fu rivelata con tutte le sue storture.
Dicono i rappresentanti dell’Associazione Volontari Stay Behind:” Mercoledì abbiamo presentato alla stampa la nostra verità. La nostra storia è finita. Accanto a noi ancora una volta c’è il Presidente Francesco Cossiga, l’unico che ci ha sempre difesi. Chiediamo un incontro con Ciampi così come lo chiedemmo a Scalfaro e sempre per vedere riconosciuti i nostri diritti quali facenti parte di una forza armata.
Il precedente inquilino del Quirinale non ci ha mai risposto. Speriamo che lo faccia un uomo che ha dimostrato non aver paura del passato.” E davvero Cossiga ha dimostrato di essere il più strenuo difensore dei “gladiatori” annunciando che ha intenzione di presentare un DDL per il riconoscimento dello status giuridico di militare ai volontari italiani che entrarono a far parte di Stay Behind.
“Nella conferenza stampa di presentazione di “Ircocervo” - dice ancora Falco Accame - si è detto che la rivista esprime l’apertura di Forza Italia a destra e a sinistra, tra i padri fondatori di F.I. sarebbero stati addirittura Croce, Sturzo, i fratelli Rosselli, e tanti altri. C’è posto per tutti, demo-liberal-cattolici-laici e quant’altro. Concettualmente la questione non è tanto chiara. Chiaro invece il segnale relativo alla guerra non ortodossa . “Ircocervo” ha delle vistose corna, e speriamo non voglia metterle alla Costituzione, o, peggio, usarle contro la Costituzione.”

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