Silvio Berlusconi ha assicurato che non consentirà attacchi speculativi sulle nostre banche e non accetterà che i cittadini perdano neanche un euro dei loro depositi in conseguenza della crisi finanziaria americana. Il governo, a tale fine, sarebbe quindi pronto ad utilizzare il Fondo interbancario di tutela dei depositi. Ma è necessario non farsi prendere dalla paura e dal panico in quanto E se si guarda con timore a quanto è successo in America, non ci sono però elementi di preoccupazioni per il nostro Paese. “L’Italia – ha ricordato il Cavaliere – è un popolo di risparmiatori, di gente concreta che lavora”. L’unico fatto che deve preoccupare è la speculazione. La crisi finanziaria americana ha messo con le spalle al muro molte banche europee che si erano particolarmente esposte con il mercato dei derivati sui mutui immobiliari. In Italia, sotto i riflettori e sotto il tiro della speculazione è finita l’Unicredit, il primo gruppo bancario italiano e il quarto in Europa, il cui titolo nell’ultimo mese ha perso in Borsa quasi un 30%, passando da 3,75 a 2,50 euro, un fenomeno che si è particolarmente accentuato negli ultimi giorni obbligando più volte la Consob a sospenderne la quotazione. Ad innescare tale andamento sono state le voci, più o meno fondate o messe in giro ad arte, di una debolezza patrimoniale e finanziaria della banca milanese dopo l’acquisizione di Capitalia e della tedesca Hbv. Questo, unito alla bassa capitalizzazione della banca, avrebbe suscitato l’interesse del Banco di Santander che si starebbe attivando per comprare una quota di controllo. Ieri però il titolo Unicredit ha recuperato un buon 7% tornando a 2,79 euro. A tutte queste voci si è poi aggiunta quella conseguente di imminenti dimissioni dell’amministratore delegato, Alessandro Profumo, circostanza negata sia dalla banca che dall’interessato, il quale anzi ha tenuto a precisare che la banca produce tanta liquidità di suo da poter fare anche a meno del mercato interbancario. Ieri la banca ha reso noto che a fine giugno l’esposizione netta del gruppo sui mutui subprime Usa è scesa a 67 milioni rispetto ai 94 milioni di fine marzo. Da parte sua il Santander non ha voluto rilasciare alcun commento su un proprio interessamento. La speculazione al ribasso ha coinvolto anche Intesa-San Paolo, il più diretto concorrente di Unicredit. Pure in questo caso la Consob ha provveduto a sospendere la quotazione della banca milanese-torinese per eccesso di ribasso. La Consob si è spinta comunque più in là ed ha vietato del tutto le vendite allo scoperto, quelle che si fanno senza possedere i titoli, per fare scendere la quotazione e poi comprare i titoli ad prezzo notevolmente più basso. Generalmente la speculazione finisce per mettere in fibrillazione i piccoli risparmiatori che, preoccupati del crollo sia pure indotto della quotazioni e temendo ulteriori ribassi, finiscono per svendere i titoli in proprio possesso. Da parte sua, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha assicurato che il suo dicastero, di concerto con la Banca d’Italia, si impegna ad adottare tutte le misure necessarie “per proteggere il mercato italiano da attacchi di natura speculativa e per garantire la stabilità del sistema bancario ed a difendere i risparmiatori”. Secondo Tremonti le tensioni in atto sul mercato italiano, sono del tutto ingiustificate se si considera “la solidità patrimoniale e la soddisfacente situazione di liquidità di tutte le principali banche italiane”, che appaiono quindi solvibili e in grado di fare fronte ai propri impegni.
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