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Il partito dei veleni

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Mercoledì 1 Ottobre 2008 – 15:05 – Paolo Emiliani stampa
Il partito dei veleni

L’unità è stata sempre un valore quasi sacrale per il vecchio partito comunista, non a caso il quotidiano del partito prese quel nome. L’unità era un totem intoccabile e pur di preservarla, almeno come immagine esterna, si era disposti a qualsiasi cosa dimenticando che in fondo l’unità è un valore astratto se non sostanziato verso obiettivi concreti e positivi. In realtà spesso unità significava egemonia del Pci verso i suoi satelliti ed egemonia della sua classe dirigente all’interno del partito, ma tant’è. Naturalmente era importantissima anche l’unità sindacale, anche qui con un ruolo prevalente della comunista Cgil, ma la cosa in fondo è andata a lungo bene anche alla Cisl ed alla piccola Uil, visto che quell’unità metteva fuori dai tavoli importanti di trattativa ogni altro sindacato, garantendo potere e tante ore di permesso sindacale per una struttura burocratica sempre superdimensionata.
Improvvisamente, però, l’unità per l’unità sembra aver perso la sua funzione aggregante ed a sinistra ormai procedono tutti in ordine sparso.
Veltroni è sempre più isolato e la sua posizione di leader del Pd è ormai legata ad un equilibrio precarissimo. La pesante sconfitta elettorale ha certo avuto il suo peso, ma il dopo elezioni è stato ancora più devastante e “Uolter” Veltroni ha ormai condotto il suo partito sotto il 30% di consensi elettorali, almeno questo appare dai sondaggi. Veltroni ha ormai scelto un rapporto preferenziale con Epifani, ma intorno a lui sono rimasti solamente Parisi e i prodiani, mentre è sempre più manifesta la contestazione di D’Alema (e non è roba da poco), ma anche di Follini, di Bersani, di Letta.
Il clima di muro contro muro che Veltroni vorrebbe ricreare contro Berlusconi piace insomma solo ad una piccola parte del Pd e lo stesso Epifani ha le sue gatte da pelare all’interno della Cgil visto che per fare un favore a Veltroni sta mettenedo in discussione anche gli storici rapporti con Cisl e Uil.
Dopo la brutta vicenda Alitalia infatti ieri Epifani è tornato a tuonare, questa volta contro la riforma del modello contrattuale in discussione da tempo con Confindustria e la cosa non è piaciuta a Bonanni che fiutando il momento di difficoltà di Epifani ha risposto per le rime, accusandolo di cercare scuse per mettere in discussione il lavoro unitario (ecco che ritorna la parola unità, ma questa volta contro un erede del Pci).
In vista della direzione del Pd di venerdì c'è addirittura chi svela il timore da parte di alcuni dirigenti che il segretario, ormai "incontrollabile", si possa lanciare in un intervento che renda inevitabile un’anticipata resa dei conti. Questo genere di soluzione “cruenta” non è però propria della tradizione del Pci (per quel che vale ormai), ma bisogna ricordare che gran parte del Pd è fatta anche da ex democristiani, che invece in questo genere di tranelli erano maestri. L’ipotesi più attendibile resta però una segreteria Veltroni fino alle elezioni europee dove è più che probabile una nuova pesante sconfitta del Pd. A quel punto dovrebbe terminare la carriera politica del “giovane” Veltroni che potrebbe finalmente andare, come promesso e non mantenuto, in Africa. A mandarcelo non sarà comunque Berlusconi, ma i suoi attuali sodali... poco unitari.

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