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La sinistra siamo noi

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Sabato 29 Novembre 2008 – 17:12 – Paolo Emiliani stampa
La sinistra siamo noi

Sono passati solo meno di tre lustri dalla fine della cosiddetta “prima repubblica”, ma osservando il panorama attuale dei partiti italiani sembra trascorsa un’eternità. Nessuna sigla e nessun simbolo è sopravvissuto allo tsunami turbo liberista che ha sconvolto l’Italia e con essi, purtroppo, è anche quasi totalmente scomparso lo stato sociale.
Alcuni partiti storici, come il Psi, il Pri, il Psdi, il Pli sono proprio scomparsi o presenti oggi come larve residuali, patetici nostalgismi di un passato che non può tornare. La Dc è esplosa in vari nuovi soggetti e ormai dispersa in una diaspora definitiva. Altri, come il Pci o il Msi, non hanno semplicemente cambiato nome e forma, ma sono proprio diventati cosa altra dal punto di vista ideologico, conservando al massimo nel loro Dna qualche attitudine comportamentale del passato.
La sostanza politica di questa “seconda repubblica” è sembrata fondarsi su un dualismo che più che tra centrodestra e centrosinistra si fonda su Berlusconi & Co. contro tutti gli altri. A guardar bene non esistono però differenze ideologiche rilevanti, l’unico elemento di distinzione è proprio Berlusconi, al punto di credere che il giorno che verrà a mancare il Cavaliere si possa addirittura giungere ad una fusione tra centrodestra e centrosinistra. Evento questo improbabile, ma solo per motivi di opportunità. Un po’ come succede negli Usa, il modello di riferimento di ogni colonia yankee: due partiti simili ma apparentemente diversi per continuare a far credere ai cittadini che esiste una democrazia dove il loro voto serve a qualcosa.
La loro missione, quella vera e inconfessabile, Pd e Pdl l’hanno già portata a termine: annientare ogni vera opposizione che possa minacciare gli interessi della grande lobby usurocratica, reale mentore di entrambi gli schieramenti.
Partendo da “destra” scopriamo infatti che il Msi, con tutti i suoi difetti, aveva al suo interno una componente sociale importante, prima marginalizzata in An, poi parte inglobata e il resto espulsa ed ora “normalizzata” e pronta a rientrare.
A sinistra è andata forse anche peggio. La sinistra radicale è stata biecamente strumentalizzata per battaglie di retroguardia, imponendo ad essa peraltro continui bocconi amari che ne hanno distrutto la capacità rappresentativa popolare. Oggi si è autoconfinata alla rappresentanza di generiche minoranze, fossero anche di privilegiati, ed al ruolo di cavallo di Troia contro ogni sovranità nazionale. Devastata ideologicamente e alienata dalla realtà le hanno lasciato l’antifascismo come unico collante identitario ed in questo i compagni dimostrano di aver persino dimenticato gli insegnamenti dei vari Lenin e Mao, che seppero scegliere le loro alleanze con concreto pragmatismo riuscendo ad individuare (quasi sempre) i veri nemici contro i quali combattere senza cadere nei tranelli proposti dai loro avversari.
Ferrero ha scoperto ieri, proprio ieri, che all’interno del Pd ci sono troppe spinte confindustriali: ma dove stava quando il suo partito governava con Prodi e lui faceva il ministro nel suo gabinetto?
E i “comunisti italiani” proprio ieri hanno scoperto che esiste “Rinascita”, il quotidiano della sinistra nazionale: ma dove sono stati dal 1999? ...Ah, sì: insieme a Prodi, Cossiga, Mastella, Rosy Bindi, Binetti & co. (Attenzione: co. non sta per compagni...)
Servirebbe oggi una grande unità di popolo contro un grande nemico comune, ma qualcuno dovrebbe decidersi a crescere. E cancellarsi dal libro paga del capitalismo.

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