Quante possibilità ci sono di colpire accidentalmente una persona dopo aver sparato in aria, a scopo ovviamente solo intimidatorio, perché il proiettile incontra un oggetto estraneo che ne devia la traiettoria? Poche, pochissime, quasi irrilevanti direte voi e questa sembrerebbe la risposta più sensata e certo quella riproducibile in qualsiasi test. Proviamo però a cambiare qualche variabile, mettiamo per esempio una divisa allo sparatore e vediamo se muta il risultato. Certo che no, direte voi e invece vi sbagliate. Se a sparare, sempre a scopo solo intimidatorio, è una persona in divisa le possibilità che il proiettile incontri sulla sua strada un corpo estraneo e deviando uccida qualcuno è più o meno del… 100%. E questo non solo in Italia, ma anche in Grecia: è un fatto scientifico. Prendiamo tre casi: quello di Carlo Giuliani, ucciso a Genova da un colpo partito dall’arma di un carabiniere; quello di Gabriele Sandri ucciso da un agente della polizia stradale che ha sparato addirittura dalla parte opposta di un’autostrada e quello più recente di Alexis Gregoropoulos ucciso da un agente di polizia. Tutte e tre le storie, molto diverse tra loro, hanno un elemento in comune: la deviazione casuale ed involontaria del proiettile o almeno questa è la tesi che avrebbero sempre voluto accreditare. L’uccisione del giovane greco ha dato nei giorni scorsi il via ad un’ondata di proteste giovanili molto violente che si sono anche saldate con i disagi sociali acuiti dalla crisi economica che colpisce tutto il mondo e quindi anche la Grecia. Ieri sono trapelate le prime indiscrezioni sull’autopsia effettuata sul cadavere del ragazzo e la tesi che si vorrebbe dimostrare è proprio quella della morte accidentale per colpa di un fatale ed involontario rimbalzo sull’asfalto o su un muro prima che il proiettile assassino raggiungesse la sua vittima. Una versione per molti parti simile a quella del rimbalzo con un calcinaccio a Genova o quella della deviazione di una rete metallica per Gabriele Sandri. In pratica se fossero tutte vere queste ricostruzioni sarebbe più facile colpire un bersaglio tirando a caso in aria che mirandoci contro. No, la gente non è stupida ed è stanca, in ogni parte del mondo, di vedere i propri giovani morire per colpa di qualche sceriffo troppo zelante nella difesa dei privilegi dei pochi. In Italia Gabriele Sandri è morto mentre il suo assassinio, l’agente Spaccarotella, è ancora libero, mentre il processo fatica a decollare per colpa di cavilli procedurali. In Grecia l’agente responsabile della morte del quindicenne Alexis ed un suo collega sono stati subito accusati di omicidio volontario e complicità in omicidio, ma se la perizia stabilirà l’involontarietà finirà anche là a tarallucci e vino. Insomma, ogni mondo è paese. Infatti in ogni parte del mondo i deboli cominciano ad essere incazzati e forse i calcinacci potrebbero presto non bastare più.
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