Partito democratico ovvero Pd, ma la sua sigla più corretta sarebbe Idv. No, niente a che vedere con l’Italia dei valori dipietrista, peraltro ingombrante e spesso imbarazzante alleato dei “democratici”: Idv sta per Italia dei veleni, perché ormai nel partito di Veltroni l’aria è ogni giorno più irrespirabile. Da sempre si combatte l’eterno duello tra il segretario e D’Alema ed a questo va aggiunto il continuo agitarsi scomposto della componente che proviene dalla Margherita, che forse ha tardivamente scoperto come possa essere scomodo ritrovarsi in un partito unico con gente cresciuta e allevata nel Pci. L’ultimo caso eclatante, che il Pd ha cercato di far passare come una questione regionale, riguarda la Sardegna dove dietro le dimissioni di Soru, presentate a sorpresa martedì sera, si nasconde una faida assai più complessa che coinvolge il partito sul piano nazionale. Il governatore dell’isola, nonché editore de L’Unità, in realtà non ha nessuna intenzione di mollare la poltrona e le sue dimissioni servirebbero solamente come “avvertimento” alla componente dalemiana del suo stesso partito. Renato Soru ha infatti trenta giorni di tempo per “ripensarci” e vuole solamente giocare lo spettro del voto anticipato per far rientrare il dissenso dei consiglieri ribelli. Soru avrebbe sancito un patto di ferro con il suo corregionale e quasi omonimo Antonello Soro, capogruppo del Pd a Montecitorio, e questo sembra accreditare l’ipotesi che la manovra possa essere stata concordata con il partito nazionale. In pratica i ribelli (o parte di loro) potrebbero non essere ricandidati in caso di ricorso anticipato alle urne e questo potrebbe consigliargli di rinfoderare le spade facendo così tornare più saldamente in sella il governatore dimissionario. In ogni caso Veltroni non ha perso tempo per esprimere la sua solidarietà a Soru e poiché la questione è tutta interna al Pd, automaticamente questo significa una presa di distanza dai consiglieri che contestano il governatore, soprattutto sulla discussa e discutibile nuova legge urbanistica sponsorizzata da Soru, e responsabili della bocciatura di un emendamento della “maggioranza” avvenuta con voto palese (55 contrari e 21 a favore). L’aria nel Pd sardo è ormai irrespirabile, tanto che ieri il consigliere regionale Mariuccia Coco ha abbandonato il Pd ed è passata al gruppo misto denunciando in una conferenza stampa “lacerazioni interne molto più forti di quel che si può immaginare dall'esterno”. La Coco ha voluto anche precisare che la sua decisione è indipendente dalle dimissioni di Soru, una presa di distanza importante. Mariuccia Coco, praticamente sconosciuta sul piano nazionale, non è personaggio di poco conto in quanto è l'ex responsabile della Caritas in Sardegna, eletta nel listino del presidente in quota Margherita. Anche questa mossa ha insomma un sapore... romano. Il terreno dello scontro è la Sardegna ma i veri generali sembrano tutti abitare nel loft di piazza Sant’Anastasia a Roma. E’ fatale che con il Pd in queste condizioni tornino a risalire nei sondaggi le quotazioni del Pdl e di Berlusconi. Il Cavaliere ha però pochi meriti, ha solo la fortuna di avere di fronte a sé avversari ogni giorno più impresentabili. |