L’Eni giudica un fatto positivo il fatto che un Paese produttore di petrolio come la Libia, attraverso i suoi “fondi sovrani”, di proprietà dello Stato, diventi azionista del gruppo italiano oltre ad essere fornitore del nostro Paese. L’amministratore delegato Paolo Scaroni, prima di essere ascoltato dalla commissione Attività Produttive della Camera, ha ricordato con compiacimento i recenti accordi sottoscritti con la Libia che è il primo partner commerciale dell’Italia nel settore. E’ positivo insomma avere un Paese che ci fornisce greggio e che al tempo stesso è interessato ai risultati del nostro gruppo petrolifero. E poi, ha aggiunto, bisogna essere affezionati a tutti gli azionisti, quelli che appunto comprano le azioni dell’Eni. Scaroni ha poi rivelato che la Libia, in linea di massima, non avrebbe nulla da obiettare all’entrata della russa Gazprom nel consorzio per lo sfruttamento del giacimento libico Elephant. L’Enel, nell’ambito dello scambio di attività tra i due gruppi, previsto dai recenti accordi sottoscritti a Mosca, venderebbe infatti ai russi una parte della propria quota. Questo permetterebbe a Gazprom, e indirettamente al governo Putin, di stabilire un’altra solida base di appoggio nell’area mediterranea. Secondo Scaroni però, le oscillazioni del prezzo del petrolio non facilitano le transazioni, in quanto nessuno si vuole impegnare in una operazione del genere. Si dovrà quindi aspettare che il prezzo del greggio si sia stabilizzato un po’. Del resto non c’è fretta. Questo permetterà di valutare più correttamente le attività da cedere a Gazprom e in particolare avere un giudizio condiviso da tutte le parti in causa. Scaroni stima che per i consumi di petrolio il 2008 sarà un anno in flessione rispetto al 2007. La causa principale è la riduzione dei consumi negli Stati Uniti a cui si è aggiunta quella in Europa. Bisogna tenere presente che gli Usa sono un Paese che, con il prezzo del barile di petrolio sopra i 100 dollari, ha visto gli automobilisti modificare le proprie abitudini, tanto che i consumi si sono ridotti di più di un milione di barili al giorno. Il barile è l’unità di misura pari a circa 159 litri. Anche l’Agenzia internazionale dell’Energia (Aie) condivide le previsioni di Scaroni. Per la prima volta in venticinque anni, la domanda mondiale di petrolio dovrebbe diminuire nel 2008 e registrare una contrazione di 0,2 milioni di barili al giorno a 85,8 milioni di barili al giorno. Nel 2009, invece, con un timido accenno di ripresa economica globale, la domanda dovrebbe tornare a crescere portandosi ad un livello di 86,3 milioni di barili al giorno. |