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Tremonti, se ci sei...

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Venerdi 28 Novembre 2008 – 12:45 – Ugo Gaudenzi stampa
Tremonti, se ci sei...

Narra la legge, inventata tre anni fa da Tremonti per tutelare il risparmio degli italiani, che da qui a un mese il capitale della Banca d’Italia, oggi posseduto per la quasi totalità da banche ed assicurazioni il cui unico scopo è speculare e far profitto per se stessi, dovrà tornare nelle mani pubbliche.
Nel silenzio più assordante, l’attuale numero uno di Palazzo Koch, già demolitore di ogni gioiello pubblico nazionale, ha avanzato la fulgida idea che tali azioni - naturalmente non al valore nominale (il capitale di Bankitalia assomma infatti a miseri 156 mila euro...) ma al valore “ricapitalizzato” che le varie imprese del profitto e dell’usura avranno iscritto a bilancio - siano ricomprate... dalla stessa Banca d’Italia.
Questa “soluzione” sulla quale sta lavorando il Nostro con ogni suo algido mezzo di pressione è - toh... - la stessa soluzione anelata dai “soci liquidandi” e, in particolare da Corrado Passera e Alessandro Profumo che con le loro Intesa e Unicredit controllano ben il 66 per cento di Bankitalia.
Con un artifizio contabile la posta di capitale rivalutato diventerebbe pro-quota proprio quella plusvalenza che serve alle due megabanche per uscire indenni dalla tempesta finanziaria in atto, naturalmente a spese dei sudditi-contribuenti italiani tutti.
I tre allegri banchieri (non dimentichiamoci che anche Draghi è una stella della nebulosa Goldman & Sachs) potrebbero così brindare senza parsimonia ad un Felice Anno Nuovo.
Se il ministro dell’Economia lo permetterà.
Lo permetterà?
O prenderà per i fondelli gli italiani - e sé stesso - vanificando la norma di una egge da lui confezionata sull’onda di quella vergogna bancaria e rapina dei risparmi che fu lo scandalo della Parmalat?
Con il senno del poi - il senno di chi pensa che ogni sbaglio, ogni ricatto ed ogni truffa nei confronti del popolo viene comunque al pettine e travolge i suoi ideatori - ci auguriamo di no.
Anche se la cosa riguarda sia la banca centrale che gli istituti bancari, i veri padroni dell’Italia e i veri direttori di quell’orchestra europea che va sotto il nome di Ue, un’istituzione-guardaroba della grande finanza internazionale.
Ma non disperiamo. Qualcuno batta un colpo, per favore.

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