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L'EUROPA, UNA VOLONTÀ UNICA, FORMIDABILE, CAPACE DI PERSEGUIRE UNO SCOPO PER MIGLIAIA DI ANNI. NIETZSCHE
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L’Europa aiuta la speculazione

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Giovedì 9 Aprile 2009 – 12:51 – Filippo Ghira stampa
L’Europa aiuta la speculazione



Sicuramente molto meno di quanto abbia fatto il duo Bush e Obama, ma anche i governi europei hanno fatto la loro parte per aiutare e soccorrere le banche e le finanziarie messe in crisi dalle loro stesse speculazioni. La Commissione europea ha stimato che il settore finanziario dell’Unione, banche ed assicurazioni, abbia ricevuto finora 3 mila miliardi di euro di aiuti dagli Stati membri. Mica bruscolini. Tutte misure che in altre epoche sarebbero state sanzionate dall’organismo di Bruxelles come aiuti di Stato, distorsivi della concorrenza e contrarie agli eterni principi del Libero Mercato.
Ma la finanza è la finanza e ormai rappresenta il settore portante dell’economia… A Bruxelles, buona parte dei tecnici e dei tecnocrati che fanno il bello e il cattivo tempo nei Palazzi europei vanta infatti un passato professionale nelle banche, nelle assicurazioni, e nelle finanziarie. Oltre che nella grande industria. O quanto meno di tutti questi settori tutti costoro sono stati consulenti. Vale a dire che sono una cosa sola. Del resto perché stupirsi che aziende e banche private vengano premiate con soldi pubblici? Tanto poi a pagare sono e saranno sempre quei fessi dei cittadini europei che sono così disinformati da non vedere e da non preoccuparsi di quanto viene realizzato sotto i loro occhi. La Commissione Ue ha quantificato i numeri di tale sforzo. “Per salvaguardare la stabilità del sistema finanziario – spiega una nota - gli Stati membri hanno fornito garanzie, protezioni contro i rischi e misure di ricapitalizzazione per complessivi 3 mila miliardi di euro”. Così Jonathan Todd, portavoce del Commissario alla concorrenza, sempre molto attento e severo nel segnalare l’irritazione del suo capo, l’olandese Neelie Kroes, contro quei Paesi membri che osano aiutare troppo le aziende nazionali, ha voluto precisare che “le misure prese non sono state né discriminatorie né a detrimento della concorrenza”. Insomma, un vero spasso.
Proprio per questo la Commissione europea ha ribadito il suo appoggio alla proposta dei capi di governo dei Paesi membri della Ue per aumentare le linee di credito a supporto della bilancia dei pagamenti da 25 a 50 miliardi di euro. La proposta sarà adottata e resa operativa in occasione della riunione dei ministri dell’Ecofin del prossimo 4 maggio.
“Questo dimostra – ha detto Joaquim Almunia, Commissario europeo all’Economia - che i meccanismi di solidarietà della Ue esistono, sono efficaci e possono essere attivati in brevissimo tempo per sostenere i Paesi membri più vulnerabili”. Tale misura, secondo Todd, rappresenta uno strumento che favorirà l’adozione di politiche macro-economiche di stabilizzazione anche in caso di una fuga di capitali dal Paese dove la crisi si sia fatta maggiormente sentire.
I casi più eclatanti sono anche quelli più recenti e si sono verificati, guarda caso nell’Europa orientale, in Ungheria in primo luogo e poi a seguire nei Paesi baltici.
Una deriva inevitabile visto che tali Paesi, in cambio della loro adesione all’Unione hanno dovuto mettere in atto misure economiche all’insegna delle privatizzazioni e del più sfrenato liberismo. Misure che, come sempre succede in questi casi, hanno operato un trasferimento di ricchezza reale dalle classi più umili e da quella media alle classi alte che si sono vergognosamente arricchite. Questo meccanismo ha distrutto il tessuto sociale di quei Paesi sui quali gli effetti della crisi finanziaria ed economica nata in America si sono dispiegate con effetti simili a quelli di un maremoto. Ma questi sconvolgimenti non sembrano aver particolarmente impressionati i tecnocrati di Bruxelles per i quali prima vengono gli speculatori poi forse l’interesse dei cittadini, prima viene la difesa ad oltranza, sempre e comunque, dei principi del Libero Mercato e poi forse si può pure perdere tempo a considerare se determinati interventi siano prematuri per questo o quel Paese.

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