La legge elettorale boliviana ha fatto un piccolo passo, ma la tensione per l’approvazione definitiva rimane alta. Il Congresso boliviano ha approvato giovedì notte, in prima lettura, la legge elettorale transitoria che permetterà lo svolgimento delle elezioni generali anticipate di dicembre. Un risultato ottenuto dopo giorni di boicottaggio da parte dell’opposizione legata ai prefetti “ribelli” della medialuna e che aveno portato il presidente Evo Morales (foto) ad iniziare uno sciopero della fame “per difendere il popolo di fronte alla negligenza di un gruppo di parlamentari neoliberali”. Il rifiuto, da parte di Morales, di alimentarsi in segno di protesta contro l’ostruzionismo dell’opposizione è stato da questa definito “un ricatto” e una “dieta presidenziale per coprire la frode” della nuova lefgge elettorale. La frode, secondo gli oppositori del governo, riguarda i seggi garantiti alla popolazione indigena, la compilazione del registro elettorale e la nuova distribuzione dei seggi sulle circoscrizioni. Giovedì notte, la sessione parlamentare era stata caratterizzata da fortissimi momenti di tensione, con ripetuti scambi di insulti e reazioni violente, anche quando il vicepresidente, Alvaro Garcia Linera, ha avallato l’introduzione nel testo di una serie di modifiche, frutto dell’accordo tra le parti, che dovranno essere confermate da una seconda votazione. Un testo “diverso da quella approvato alla Camera e al Senato, figlio del consenso. Ma bisogna arrivare a una legge” ha affermato Linera. La Costituzione, promulgata il 7 febbraio, ha fissato al 6 dicembre come data per le elezioni generali e prevedeva un termine di 60 giorni per l’approvazione delle norme elettorali. Da qui il boicottaggio dell’opposizione, che in partenza non intende riconoscere la nuova Carta costituzionale. |