In un’intervista al quotidiano della City londinese, Financial Times, il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov (nella foto), spara a zero sulla Nato e tende la mano agli Usa in risposta alle timide aperture della nuova amministrazione nordamericana. Il ministro degli esteri russo ha criticato apertamente quello che ha definito la volontà di “trascinare dentro” la Nato qualsiasi Paese, anche quando la sua popolazione non lo voglia. “Se parliamo di trascinare nella Nato un qualsiasi Paese quando la stragrande maggioranza della popolazione è contro, allora riteniamo che un tale approccio non corrisponda alle norme democratiche”, ha detto Lavrov commentando le dichiarazioni del presidente nordamericano, Barack Obama, rilasciate mercoledì, secondo cui ogni Paese può diventare membro della Nato. Ieri l’altro infatti il presidente degli Usa, pur avendo ribadito la volontà della sua amministrazione a riaprire i colloqui con il Cremlino, aveva dichiarato che la Nato ha il diritto di espandersi verso i Paesi dell’est europeo, nonostante ciò provochi divergenze con la Russia.“Non penso - ha osservato Lavrov nel corso dell’intervista - che le affermazioni di Barack Obama rispecchino una qualche nuova posizione della dirigenza americana e di quella degli altri Paesi membri della Nato”. Per il capo della diplomazia russa “una tale soluzione artificiale dei problemi relativi all’allargamento della Nato a est non contribuirà al rafforzamento della sicurezza in Europa, che deve basarsi su accordi presi ai massimi livelli e relativi al fatto che nessuno può risolvere i suoi problemi nel campo della sicurezza a scapito della sicurezza degli altri”. Lavrov non ha mancato di affermare che la Russia è aperta “al dialogo su questi problemi”, deciso anche nella critica alla strategie di Washington di garantire l’ingresso nell’Alleanza Atlantica a Ucraina e Georgia. Lavrov ha così criticato i tentativi dei governanti di Kiev di portare il Paese nella Nato nonostante il popolo ucraino sia a larga maggioranza contrario. Similmente il ministro russo ha condannato ancora una volta la guerra di aggressione di Tiblisi contro i sud osseti, ricordando che le aperture alla Georgia di Mikhail Saakashvili durante il vertice dell’Alleanza di Bucarest dell’aprile scorso ha concesso il via libera alle stragi contro i russofoni dell’Ossezia del Sud, manifestando con chiarezza cosa rappresenta l’adesione alla Alleanza Atlantica di nuovi Stati che utilizzano la forza bruta contro altri popoli sovrani. Il responsabile della diplomazia di Mosca ha poi ribadito il “no” a qualsiasi opzione che preveda l’uso della forza per bloccare i programmi nucleari iraniani. “Credo senza dubbio alcuno che non possa esistere una soluzione di forza a questo problema”, ha osservato Lavrov, parlando di Teheran come di un “vicino storico, uno storico alleato”.
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