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Alitalia: dopo i licenziamenti le cessioni

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Giovedì 16 Luglio 2009 – 10:38 – Sandro Pescopagano stampa
Alitalia: dopo i licenziamenti le cessioni



Continua il ridimensionamento della ex-compagnia di bandiera. Questa volta ad essere espulso dalla compagnia è il settore che gestisce sia l’amministrazione che la liquidazione delle competenze del personale: l’azienda intende trasferire 46 dipendenti Alitalia (21 a tempo indeterminato e 25 a tempo determinato), 4 lavoratori di Airone (tutti a tempo indeterminato) e forse qualcun’altro di Eas alla Byte Software, una delle tante società di “consulenza” in cui si applicano i contratti metalmeccanico e del commercio. Con una lettera indirizzata ai “soliti” sindacati, le società interessate al trasferimento, ne hanno già dato comunicazione a Cgil, Cisl, Uil e Ugl. (la quadruplice dei tavoli di concertazione, sempre pronti a firmare,sempre proni e ossequienti,sempre strombazzatori del nulla tra i lavoratori) Giorno dopo giorno si palesano le reali intenzioni della cordata-italiana. Dopo i licenziamenti e la precarizzazione cominciano, quindi, le esternalizzazioni così come aveva di fatto anticipato Sabelli (… “ci riserveremo di valutare la convenienza di mantenere certe attività in azienda!” Alludendo ai settori complementari alle attività di volo) al Ministero del Lavoro prima che Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Sdl e le altre OO.SS. di volo sottoscrivessero la disfatta della categoria. Come aveva anticipato la Cub Trasporti, al management della “nuova” Alitalia, “l’appetito vien mangiando”: dopo aver imposto gli oltre 10.000 licenziamenti e l’ulteriore precarizzazione del lavoro, ignora addirittura quanto sottoscritto alla Presidenza del Consiglio: “…il piano prevede la concentrazione delle attività della nuova società sul trasporto passeggeri, includendo le attività di volo, di terra, di manutenzione di linea e leggera, quelle di ground handling nonché le strutture centrali di servizio – amministrativo, informatico, ecc – …”.
Dunque, procede lo smantellamento suggerito-imposto da Air France, la quale, pretende il campo sgomberato da attività che non vuole siano duplicate e che presto trasferirà oltralpe: questo è l’unico Piano industriale esistente e nessuno lo ammette! Da libero organo di informazione, è necessario reagire e rompere il silenzio-assenso che è calato da tempo su una delle vicende più gravi di deindustrializzazione del nostro Paese, che ha colpito e continua a colpire i lavoratori, peraltro in un momento economico-sociale che non da scampo a chi resta senza lavoro. Turbocapitalismo selvaggio, allo stato puro. False le motivazioni addotte nella lettera di cessione: altro che sistemi obsoleti! Non è vero che l’obiettivo di CAI è l’efficienza, la competitività (…altro taglio del costo del lavoro?) e la sostenibilità dei servizi strumentali al trasporto aereo. In realtà, si cedono attività ad aziende di consulenza già presenti in Compagnia pur di polverizzare ciò che resta della “vecchia” AZ! (… a proposito: l’Alitalia-commissariata ha debiti con la Byte Software? La Byte Software, in tal caso, continuerà a vantare tali crediti o si accontenterà di rilevare le suddette attività per poi fornirle ad AZ-CAI fino quando non subentrerà Air France?). Sulla pelle dei lavoratori… nelle tasche dei padroni.

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