Dopo un anno di lotta nata già stanca, la Cgil ha trovato il suo modo, attraverso “il patto per il lavoro”, di rientrare al tavolo di contrattazione e sicuramente di firmare (incontro già fissato per il 24 luglio prossimo) la stesura definitiva del contratto collettivo di Commercio, Distribuzione e Servizi. Questo avveniva dopo la presa di posizione della Cgil che riteneva inaccettabili le condizioni imposte su apprendisti e lavoro domenicale obbligatorio tanto da abbandonare la trattativa. Vediamo cosa è cambiato un anno dopo. Apprendisti: non cambia assolutamente nulla. Vi è soltanto un richiamo ad una maggiore formazione, oggi peraltro già quasi inesistente per gli stagisti figuriamoci per gli altri lavoratori. Lavoro domenicale: adesso per definire l’obbligatorietà del lavoro domenicale, tutti i lavoratori dovranno passare per la contrattazione aziendale. Ma, in difetto di accordo, le aziende potranno comunque obbligare i lavoratori a lavorare di domenica. Ergo: se in sostanza non cambia nei fatti quasi nulla, perché la Cgil ha firmato un contratto quando solo pochi mesi fa inneggiava alle barricate per combatterlo ? Veniamo ai veri motivi della mancata firma allora. La verità è che, rispetto al contratto contestato, nell’attuale normativa del commercio è stato stralciato il richiamo agli accordi interconfederali sui diritti sindacali che valgono un po’ in tutti i settori di lavoro in Italia (A.I. 27/07/94 e altri) e, per le modalità di elezione dei rappresentanti sindacali viene introdotta una norma più che restrittiva che stabilisce, citiamo testualmente: “Le sole organizzazioni sindacali stipulanti il Ccnl potranno indire le elezioni delle Rsu”. Questa norma contrattuale – l’unica “novità” vera contrattuale imposta dalla Cgil - è stata imposta per frenare quei sindacati scomodi, come quelli di base, che molte volte si sono rivolti ai tribunali per riaffermare il diritto dei lavoratori a potersi scegliere liberamente i propri rappresentanti sindacali, senza il ricatto di leggi da dittatura sindacale confederale (la triplice Cgil,Cisl,Uil+l’Ugl e gli autonomi della scuola e del pubblico impiego) con sbarramenti vari. Ovvio che la Cgil non firmando il Cnl Commercio si sarebbe trovata nell’imbarazzante condizione di non poter indire le elezioni per i propri rappresentanti sindacali RSU e non firmando sarebbe poi stata estromessa anche dagli altri istituti contrattuali (quali gli enti bilaterali & co.). Ed è l’ulteriore divieto alla rappresentanza sindacale degli altri organismi di rappresentanza dei lavoratori, dunque, il vero motivo che ha portato la Cgil ora alla firma di un contratto identico a quello che non aveva firmato un anno fa. E poi, come diceva Orwell, siamo tutti uguali, “ma alcuni si ritengono più uguali degli altri”. Alla faccia della giustizia. E sulla pelle dei lavoratori. Ancora le poltrone, le maledette poltrone e poltroncine tanto care a chi purtroppo va in mezzo ai lavoratori a far la voce grossa, a far il duro soltanto per arraffare privilegi, permessi, gratifiche e quant’altro. Sveglia lavoratori, su la testa!
|