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Ronde e Cie sul tavolo dello scontro politico

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Mercoledì 29 Aprile 2009 – 10:33 – Enrico Severati stampa
Ronde e Cie sul tavolo dello scontro politico


Il doppio nodo sicurezza-immigrazione continua ad agitare lo scontro politico, anche interno alla stessa maggioranza con Pdl e Lega che per lo stesso problema propongono due soluzione molto distanti tra loro. Il tempo per trovare almeno un’intesa duratura interna allo stesso centrodestra però stringe visto che domani alla Camera inizierà la discussione generale sul disegno di legge inerente la sicurezza, con il relativo voto che dovrebbe arrivare nella prossima settimana, previsti infatti tempi molto contingentati.
Due in particolare gli aspetti che potrebbero se non altro minare la consistenza della storica alleanza di centrodestra: la permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione e le ronde.
Per quanto riguarda i clandestini il ministro della Difesa Ignazio La Russa propone misure da vero e proprio stato di polizia suggerendo di tenere gli immigrati nei centri per ben diciotto mesi, quasi una sorta di carcerazione preventiva, auspicando poi un numero sempre maggiore di soldati nelle grandi città contro la criminalità urbana; misure queste che la Lega non può non apprezzare. Non a caso Roberto Cota, presidente dei deputati in camicia verde, ha riferito che su questo ddl “c’è l’accordo politico che si riassume nella posizione del Governo che ha presentato due emendamenti, uno sulla permanenza nei Cie fino a sei mesi e l’altro sui volontari per la sicurezza che ripropone il testo già inserito nel decreto legge anti stupri”, intesa al ribasso quindi con la Lega che, forse, in cambio del federalismo fiscale su questo tema ha dovuto probabilmente chiudere un occhio, rimandando a data da destinarsi una nuova crociata in materia.
Il centrosinistra nel frattempo affila le armi, e si prepara ad una vera e propria battaglia parlamentare con Marina Sereni vicepresidente dei deputati del Pd che ribadisce la volontà del suo partito di difendere i clandestini continuando “a respingere leggi che impediscono ai medici di curare gli immigrati e agli ufficiali dell’anagrafe di registrare i bambini nati da irregolari”, e chiedendo al governo di non ricorrere per l’ennesima volta al voto di fiducia.
Si prepara a fare vere e proprie barricate in Aula anche l’Udc di Pier Ferdinando Casini che con Lorenzo Cesa, segretario ad interim ma ormai in carica da anni, sostiene che reintrodurre le ronde nel ddl sulla sicurezza rappresenti “un cedere alla Lega e un messaggio devastante, perché è come dire ai cittadini arrangiatevi”.
Dall’Italia dei valori, come da consuetudine, arrivano poi toni tragicomici con l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che appresi gli ultimi accordi raggiunti nella maggioranza di governo sentenzia: “Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il governo tenta di reintrodurre nel decreto le tanto contestate ronde. Viene così mortificata tanto la volontà del Parlamento, che ha detto no alle ronde, quanto la funzione istituzionale ed il ruolo delle forze dell’ordine, legittimate al controllo di legalità del territorio e umiliate dalla mancanza di fondi e risorse e dalla disattenzione dall’attuale governo”.
Per quanto concerne sicurezza ed immigrazione c’è molto da fare anche se le soluzione proposte dal governo non appaiono del tutte adeguate; per bloccare i clandestini bisognerebbe prevenire mettendo nel mirino i nuovi mercanti di schiavi, ma in Italia purtroppo si preferisce concentrarsi sul dopo anziché sul prima.

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