Terminato il can can, tiriamo le somme. Berlusconi aggredito e ferito. Immediata solidarietà comune diffusa (anche la nostra) e immediata solidarietà opportunistica: da Fini a Bersani e Casini, e da tutto il Pdl; un paio di note stonate, del solito Di Pietro e della pasionaria cattocomunista (respinge la definizione, ma è così) Bindi. Marcia indietro dell’ultima e diabolico perseverare dell’ex questurino e dei suoi scherani. Un velo pietoso sui “cinquantamila del web” e sui “distinguo” della sinistra ultrà. E un velo pietoso anche sulle grida dei “popolar-liberali” che hanno scambiato la statuina del “dom” con la bomba dell’anarchico-sionista Bertoli, o peggio. Intanto sulla legge finanziaria 2010 – come era già scritto – è voto di fiducia, con tutto quel che ne consegue, salvo le promesse di “riparazioni” in successivi decreti. Intanto qualche miliarduccio di euro andrà a pagare le truppe di supporto colonizzatore e gli armamenti israelo-americani per sovvenzionare i nostri “alleati” atlantici impegnati nelle loro guerre democratiche contro i popoli del Vicino Oriente. Intanto nei bilanci dei maggiori istituti bancari restano capitalizzate (quasi 18 miliardi di euro sottratti al popolo italiano) le quote di proprietà della Banca d’Italia, a beffa delle precise disposizioni di legge (la 262-2005 sulla tutela del risparmio… sic!) che imponeva la restituzione delle azioni pubbliche nelle mani di banche private. Intanto restano inattuate le uniche due promesse di governo “passabili”: la separazione delle funzioni e delle carriere della magistratura (ma a quando l’ampliamento del sistema giudiziario a giuristi non di casta per ripristinare la certezza del diritto?) e la ripresa di grandi opere (strade, ferrovie, porti, aeroporti, case, scuole, ospedali) capaci di restituire lavoro all’Italia. S’hanno da fare: a dispetto degli infami parametri di Maastricht: ben venga l’indebitamento di una nazione se questo corrisponde al benessere dei cittadini). L’elenco degli “intanto” è all’infinito. Ci limitiamo soltanto a registrare i moti di partito – ormai sull’ “agitato” – in vista del prossimo voto. Su tutto spicca la perla del “ritorno di Bassolino” in Campania. Addizione, totale: risultato “zero”.