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Il “viola” ha fatto flop

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Giovedì 10 Dicembre 2009 – 8:43 – Rinascita stampa

Sul No Berlusconi Day si è detto di tutto, tranne per il piccolo fatto che si è deciso di non parlare sul come sia stato organizzato. Siamo andati a vedere, come in una mano di poker, e la mano è passata al sito www.wolfstep.cc che di contro-informazione se ne intende. Vi trascriviamo qui di seguito, integralmente, la premessa. Che condividiamo.
Da quando è nata, la rete è accusata di permettere a "partiti spontanei" di sorgere ed organizzarsi. Il cittadino comune spesso ci crede, dal momento che non ha una vera esperienza di organizzazione di eventi: che cosa ci vuole, in fondo, per portare 30.000 persone in una piazza?
Ma se provate a realizzare effettivamente una cosa del genere, i dettagli vi schiacceranno, a partire dal semplice palco (immaginate semplicemente Grillo a contrattare il montaggio di un palco in piazza, certificato e secondo norme vigenti fino al garantire insieme alle istituzioni cittadine un corretto deflusso delle persone...). È possibile che qualcuno creda davvero ai "comitati spontanei" che secondo Di Pietro sarebbero "nati da Internet", ma sono gli stessi dati che loro stessi pubblicano a smentirli. Fino ad oggi Beppe Grillo pubblica questo link: www.beppegrillo.it/immagini/immagini/alexa1.jpg, ove si trova un grafico che pretende di manifestare la sua potenza. E invece dimostra l'impossibilità di raggiungere un simile pubblico.
Ecco la verità: il suo blog, fatti tutti i calcoli, rasenta a mala pena la capacità del sito di Unità o del sito del Giornale, entrambi del tutto incapaci di organizzare iniziative di piazza di quella dimensione. L'Unità è arrivata al massimo a qualche girotondo, e non si ricordano adunate oceaniche scatenate dal Giornale.
A questo punto ci si sfoga dicendo che "la rete ha organizzato la gente", ma è un falso. Innanzitutto perché in rete ci sono le stesse persone che ci sono fuori dalla rete, e poi perché non si sono mosse le solite organizzazioni sindacali e politiche (i professionisti della piazza) che di solito sono dietro questi eventi. Chi ha messo, allora, lo zampino nell'organizzazione? Diciamo che ce lo ha messo qualcuno che ha anche lasciato la firma.
Avete presente la "rivoluzione arancione" in Ucraina, con la quale si è tentato di destabilizzare il governo locale e organizzare un colpo di stato filoamericano? Essa è stata organizzata da alcune "agenzie specializzate" angloamericane, specializzate nell'esportazione della democrazia, e finanziata da una "certa finanza" il cui esponente più visibile è un certo "filantropo" di nome Soros. La firma di questa organizzazione è caratterizzare i suoi moti attraverso un colore o un genere floreale specifico indossato a mo' di simbolo dai manifestanti; così la rivoluzione ucraina è stata la "rivoluzione arancione", quella tentata a Teheran “la rivoluzione verde” e quella di Di Pietro doveva essere la "rivoluzione viola".
Toh, allora il complotto ha fatto flop.
Avviso ai Lettori. Domani ripercorreremo insieme tutte le “rivoluzioni colorate” degli ultimi anni.

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