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Fini sponsor ufficiale della schiavizzazione pianificata

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Mercoledì 23 Dicembre 2009 – 12:03 – Michele Mendolicchio stampa
Fini sponsor ufficiale della schiavizzazione pianificata



Si torna a parlare di cittadinanza. E lo si fa nel tempio dell’aula di Montecitorio come previsto dal presidente della Camera che ne aveva fissato i termini della discussione generale del ddl. Anzi si è trattato di una vera e propria imposizione pur sapendo che a una parte ben precisa dell’alleanza e più precisamente alla Lega la questione è di poco interesse. La prendiamo un po’ alla larga ma quanto sta facendo Fini fa davvero girare le scatole. Vuole a tutti i costi proporsi come il bene assoluto dopo aver per anni idolatrato “il male assoluto”. E le sue proposte di stampo europeo, naturalmente espresse in doppiopetto e rispondenti alle direttive dei padroni d’Oltreoceano, variano in tutti i campi. A cominciare dall’immigrazione dove il paladino degli extracomunitari pensa che con la cittadinanza breve e con l’integrazione si possa risolvere un problema che affligge da tempo tutti i Paesi. Quella della transumanza di milioni di persone è espressamente voluta e stimolata proprio dai potentati economici d’Oltreoceano con l’intento di abbattere ogni forma di sovranità degli Stati e di creare un grande mercato di braccia, nel nome del liberismo. Tutto si muove nel nome dello sfruttamento, al limite della schiavizzazione. Quello che si vede ogni giorno nelle nostre città come nelle altre metropoli europee non è come qualcuno vuol far credere una forma di solidarietà verso i più deboli ma è solamente sfruttamento e schiavizzazione delle persone. La miseria e la povertà è sotto gli occhi di tutti ed è generata proprio da queste politiche liberiste che hanno portato alle privatizzazioni e alla precarizzazione del lavoro. I salari, gli stipendi e le pensioni sono sempre più miserevoli anche per il livellamento di tutte le professioni. Il grande bacino di sfruttati non è fatto di soli immigrati ma anche dei nostri concittadini costretti ad accettare paghe vergognose, perché alle loro spalle c’è una fila chilometrica di gente pronta a prenderne il posto. Questo stillicidio è dovuto anche alle numerose forme di precarietà imposte attraverso il pacchetto Treu ai tempi del governo Prodi, con l’appoggio pieno di D’Alema e con la legge Biagi durante il governo Berlusconi. Finora il risultato più visibile di queste politiche dell’accoglienza è rappresentato dalle migliaia di immigrati alla mercé degli schiavisti, in agricoltura come nell’edilizia, nelle imprese lecite come nelle attività criminali, dallo smercio della droga allo sfruttamento della prostituzione per finire allo smercio di merce contraffatta.
Tutto ciò è una sorta di girone dantesco dove tutto viene permesso. Anche lo sfruttamento abitativo dove gran parte dei proprietari di case mette a disposizione degli immigrati un posto letto a peso d’oro, naturalmente tutto a nero. Ma dov’è l’integrazione? Non si può nemmeno dire che ci sia in Paesi come la Francia, l’Olanda, la Gran Bretagna dove queste problematiche ci sono da tempo. Ma i problemi di convivenza tra etnie diverse e di integrazione non sono stati affatto risolti, anzi sono sempre più allarmanti. E come dimostra la Francia le nuove generazioni di stranieri non si sentono affatto integrate, pur essendo da più generazioni cittadini francesi. L’esplosione delle banlieu di qualche tempo fa ne sono una chiara conferma. Adesso anche Fini è pervaso da questo germe dell’integrazione attraverso la concessione della cittadinanza breve, ma è solo facciata d’ipocrisia. Certamente uno dei motivi che lo muove in questa direzione è anche quello di mettersi in concorrenza con i finti buonisti per accaparrarsi il voto di questi disperati. Logicamente lo si fa anche per compiacere il potere ecclesiale che si nutre anche attraverso la miseria di queste persone, con la creazione di migliaia di strutture della Caritas e di altre associazioni tutte sovvenzionate dallo Stato italiano. E poi è anche un problema di vocazioni di questi tempi molto scarsa che con la presenza di milioni di immigrati può essere ovviata. Comunque la discussione della cittadinanza breve, tanto cara a Fini, è invisa alla Lega. Per Cota si tratta di una scelta non condivisibile in quanto non rientrante nel programma della maggioranza.
“Noi -ha detto l’esponente del Carroccio- dobbiamo affrontare con priorità le riforme necessarie: il federalismo, ma anche quelle per chi ha perso il posto di lavoro, le politiche per gli anziani e i giovani. Non è invece una priorità dare la cittadinanza facile e il diritto di voto agli immigrati”. E poi aggiunge che questa vendita di sogni che non si possono mantenere è quanto di più vergognoso e irresponsabile.
Non possiamo che essere d’accordo anche se la stessa Lega non è immune dallo sfruttamento di queste persone che avviene nelle regioni del nord. Questa prima discussione del tema della cittadinanza breve è propedeutica all’esame dell’aula parlamentare prevista per gennaio, anche se molti pensano che sia meglio rinviarla a dopo il voto regionale. Staremo a vedere quale compromesso si concretizzerà tra le forze politiche di maggioranza e d’opposizione per dare ufficialità alla schiavizzazione di massa.

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