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L'opposizione boicotta la nuova costituzione

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Mercoledì 28 Gennaio 2009 – 17:44 – Alessia Lai stampa
L'opposizione boicotta la nuova costituzione



Evo Morales ha svolto ieri mattina una riunione “ampliata” di governo per fissare le strategie di applicazione della nuova Costituzione approvata con il voto di domenica scorsa.
Alla riunione, convocata nella Casa di Campo Flor de Liz, nella zona sud de Huajchilla, hanno partecipato, oltre al presidente boliviano, il vicepresidente Álvaro García Linera, ministri, viceministri, direttori, prefetti dello schieramento di maggioranza, alcuni parlamentari del Movimiento Al Socialismo (MAS), dirigenti dei movimenti sociali. Tutti i convocati hanno iniziato a discutere della gestione pubblica plurinazionale del Paese nel solco tracciato dalla nuova CPE, la Constitución Política del Estado, che dovrebbe entrare in vigore nella prima settimana di febbraio. “È uno sforzo illimitato per servire il popolo boliviano (…), la riunione ampliata del gabinetto è stata convocata per esercitare una gestione pubblica plurinazionale”, ha dichiarato il capo dello Stato al momento di inaugurare la riunione.
“Ascolteremo le proposte dei diversi settori: economico e sociale; sul tema della sicurezza interna ed esterna, ma tutte orientate all’applicazione della nuova Costituzione”, ha aggiunto Morales.
Una Carta fondamentale, indigenista e socialista, respinta senza mezzi termini dai governatori “ribelli” della cosiddetta Mezzaluna, schierati con l’opposizione di destra a Morales, decisi a non condividere col resto del popolo boliviano i proventi delle risorse energetiche concentrate nelle loro zone. Così, la proposta dei governatori di giungere ad un accordo tra le provincie non allineate e il governo centrale per vedere applicati gli statuti di autonomia approvati in modo illegale nei mesi scorsi è stata nettamente respinta da Evo Morales. Il presidente indio ha escluso qualunque accordo con l’opposizione, dato che, come ha spiegato, l’accordo “è la nuova Costituzione approvata dal popolo boliviano”.
Il primo mandatario boliviano ha chiuso ogni spiraglio alle trattative, visto che già il testo costituzionale, proprio per le proteste dell’opposizione che nei mesi scorsi avevano paralizzato il Paese, era stato modificata in numerose parti prima di giungere alla ratifica referendaria. “Prefetti e autorità regionali lo devono sapere – ha ribadito Evo Morales - se vogliono un nuovo accordo sarà per applicare la nuova Costituzione”.
Dopo aver cercato di mettere i bastoni tra le ruote alla nuova Carta fondamentale, ora che questa è stata approvata, pur con le modifiche da loro stessi pretese, i governatori in quota all’opposizione insistono nel boicottaggio annunciando la volontà di opporsi all’applicazione della Costituzione in assenza di un accordo politico col governo centrale. Quella che ha preceduto il voto “è stata una campagna così falsa, una campagna della paura, una campagna del “no se il sì era il termine”, così sporca…ma il popolo si è imposto. – ha dichiarato Morales riferendosi all’opposizione sconfitta - È questo che ci alimenta, che ci coinvolge e ci anima nel proseguire il nostro lavoro con maggior impegno”. E sarà certo un lavoro difficile, vista l’arroganza con cui pochi governatori pretendono di dare l’idea di un Paese spaccato in due dall’approvazione della Magna Carta. Così non è, le provincie “ribelli” rappresentano solo una parte della Bolivia, una parte guidata da personaggi il cui scopo è tutelare interessi personali e di aziende multinazionali che da anni predano le risorse del Paese senza che il popolo boliviano possa beneficiarne nella sua totalità. Ora le cose forse cambieranno. L’approvazione della nuova Costituzione voluta dal presidente indio è già un grande passo avanti.

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