La Germania chiede alla Commissione europea il sostegno incondizionato ai progetti dei gasdotti russo-tedeschi. In una lettera inviata al presidente della commissione, José Manuel Barroso, e al presidente del semestre di turno Ue, Mirek Topolanek, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha chiesto il pieno sostegno al gasdotto Nord Stream che percorrendo il territorio russo attraverserà il fondale del Mar Baltico, sostenendo che la recente crisi del gas ha evidenziato la necessità di realizzare il progetto messo a punto dal suo predecessore Gerhard Schröder. Le richieste della Merkel sono state formulate all’indomani dell’impegno della commissione Ue di stanziare 250 milioni di euro per il gasdotto Nabucco che dovrebbe bypassare - nelle intenzioni dei fautori - la Russia, e dopo le dichiarazioni di Topolanek che ha definito il Nord Stream e il South Stream una minaccia per l’indipendenza energetica europea. Il cancelliere tedesco ha poi ribadito la necessità di portare a termine tutti e tre i gasdotti - Nabucco, Nord Stream e South Stream per l’approvvigionamento europeo, e ha chiesto che tutti gli Stati membri dell’Unione dimostrino la volontà politica di realizzarli. Per quanto riguarda il Nord Stream ad osteggiarlo - con strenuo atlantismo - sono stati finora i Paesi baltici, la Polonia, la Finlandia e la Svezia, asserendo pretestuosamente un costante incremento dei problemi ambientali nei fondali marini e nelle zone circostanti. Nella lettera il cancelliere ha spiegato che è di estrema importanza la diversificazione delle vie di approvvigionamento e di trasporto verso gli Stati membri dell’Ue. Pertanto i progetti previsti sono assolutamente cruciali per perseguire tutti gli scopi suddetti. Per quanto riguarda il Nabucco la Merkel ha confermato il sostegno della Germania al progetto, ma in cambio ha chiesto il sostegno dell’Ue per la realizzazione del Nord Stream, previsto per il 2011 con una capacità di trasporto di gas pari a 55 miliardi di metri cubi. Alla realizzazione del gasdotto baltico prenderanno parte un consorzio di compagnie come la russa Gazprom, le tedesche Eon Ruhrgas e Basf, e l’olandese Gasunie. A perseguire un linea comune con la Germania è sceso in campo anche il primo ministro russo, Vladimir Putin, che in un discorso tenuto al Forum economico di Davos ha chiesto una partnership energetica unica con l’Europa sulla base di un preciso fondamento giuridico, assolutamente simile al trattato europeo che istituì la Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) nel lontano 1951. Accordo questo che è stato alla base dell’attuale Unione europea.
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