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I carnefici latinoamericani trovano asilo a Lima

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Giovedì 14 Maggio 2009 – 16:55 – Alessia Lai stampa
I carnefici latinoamericani trovano asilo a Lima

La magistratura boliviana ha presentato martedì più di 4mila900 prove a sostegno delle accuse per genocidio rivolte all’ex presidente Gonzalo Sánchez de Lozada (foto) ed a numerosi suoi ex ministri, tre dei quali hanno trovato rifugio in Perù. Lima ha infatti concesso asilo politico ad altri due sodali di Sánchez de Lozada dopo che lo stesso provvedimento era stato concesso, la scorsa settimana, all’ex ministro Torres Obleas.
Tra i documenti forniti alla giustizia per inchiodare l’ex mandatario boliviano figurano rapporti periziali, informative di intelligence della Polizia e delle Forze Armate, così come certificati forensi di morte e informazioni cliniche sui feriti. Il giudice dei Ricorsi, Mirna Arancibia, ha reso noto che tra le prove si trova anche “un esame psichiatrico a cui è stato sottoposto Gonzalo Sánchez de Lozada fatto per stabilire il grado di capacità mentale nella sua partecipazione all’uso di una forza eccessiva”.
“Abbiamo tutte le prove per dimostrare che aveva la chiara intenzione di usare la forza e di uccidere” ha sostenuto Arancibia secondo quanto riportato dall’Agencia Boliviana de Información (ABI). 
Sánchez de Lozada ed i suoi ex ministri saranno giudicati per delitti di lesa umanità, per l’uccisione di 67 persone e il ferimento di 400 nella rivolta popolare che ebbe luogo fra il settembre e l’ottobre del 2003 nelle città boliviane di El Alto e La Paz.
Intanto il governo peruviano, attraverso il suo ministro per le Relazioni Estere, José García Belaúnde, martedì sera ha confermato la concessione dell’asilo politico ad altri due ex ministri boliviani dopo quello ottenuto da Jorge Torres Obleas. Gli altri due membri del gabinetto dell’ex presidente Gonzalo Sánchez de Lozada, inquisiti anch’essi dalla giustizia boliviana per delitti di lesa umanità, sono l’ex titolare della Partecipazione Popolare, Mirtha Quevedo, e l’ex responsabile della Salute, Javier Torres Goitía.
Altri due provvedimenti che rendono, se possibile, ancora più teso il clima tra La Paz e Lima, e che danno l’dea di quale ruolo si stia ritagliando il Perù di Alan Garcia: protettore di delinquenti latinoamericani come il venezuelano Manuel Rosales, il sindaco di Maracaibo che appoggiò il tentato golpe contro Chávez oggi perseguito per corruzione.
Di fronte al nuovo annuncio peruviano, l’ambasciatore boliviano in Venezuela, Jorge Alvarado, ha dichiarato a Telesur che le autorità peruviane stanno incorrendo in un grosso errore concedendo asilo politico agli ex funzionari di Sánchez de Lozada. Tra l’altro in un momento particolare, proprio pochi giorni prima dell’inizio del processo contro di loro, la cui prima udienza sarà il 18 maggio prossimo. “Questi tre ex ministri non sono perseguitati politici ma solo fuggiaschi dalla giustizia boliviana” ha affermato l’ambasciatore Alvarado.
Torres Goitía e Torres Obleas sono stati infatti inclusi nel processo che accusa Sánchez de Lozada della morte di più di sessanta persone, uccise durante la repressione delle proteste antigovernative dell’“Octubre negro” 2003.

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