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Moldova: confermata la vittoria del partito comunista

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Sabato 18 Aprile 2009 – 13:59 – Andrea Perrone stampa
Moldova: confermata la vittoria del partito comunista


La vittoria del Partito dei comunisti della Repubblica di Moldavia (Pcrm) guidato dal presidente Vladimir Voronin (nella foto) è ormai una realtà. Intanto proseguono le indagini sulla rivolta orchestrata nei giorni scorsi dal miliardario Anatoli Stati e da suo figlio Gabriel.
Il nuovo conteggio dei voti delle elezioni politiche del 5 aprile ha confermato la larga vittoria del partito comunista al potere. La conferma è giunta venerdì dal segretario della commissione elettorale centrale, Yury Ciokan, il quale ha aggiunto che i risultati del nuovo scrutinio verranno quindi trasmessi alla Corte costituzionale, alla quale si era rivolto il presidente Voronin dopo le contestazioni del voto da parte dell’opposizione, sfociate nei violenti disordini del 7 aprile nella capitale Chisinau. “I risultati del nuovo scrutinio pervenuti alla commissione da tutti i seggi elettorali non hanno evidenziato alcuna falsificazione a vantaggio di un qualche concorrente”, ha osservato Ciokan. “Le differenze di qualche voto emerse in taluni casi - ha concluso il segretario della commissione - sono talmente minime da non poter cambiare i risultati del voto già annunciati in precedenza dalla commissione elettorale”.
Secondo i risultati ufficiali annunciati dopo il primo scrutinio, ai comunisti era andato il 49,48 per cento, seguiti dai liberali col 13,14 per cento, dai liberaldemocratici col 12,43 per cento e dall’Alleanza Nostra Moldova con il 9,77 per cento dei voti. Tutti gli altri otto partiti partecipanti non avevano superato lo sbarramento del 6 per cento richiesto per entrare in parlamento.
Intanto proseguono le indagini sulle violenze compiute nei giorni scorsi a Chisinau.
L’ufficio del procuratore generale moldavo ha posto in custodia cautelare per sospetta incitazione alle rivolte di massa e tentato colpo di Stato il miliardario, Gabriel Stati, figlio del ricco uomo d’affari Anatoli, sodale del noto speculatore internazionale e finanziatore dei “golpe colorati”, George Soros. Il padre di Stati, è considerato uno degli uomini più ricchi della Moldova, con un patrimonio pari ad un miliardo di dollari. Nei giorni successivi al fermo del figlio aveva chiesto al presidente ucraino di non concedere l’estradizione del figlio.
Cosa che invece Kiev ha fatto e giovedì ha inviato a Chisinau i due cittadini moldavi, Gabriel Stati e il suo guardaspalle Auril Marinesku, accusati di aver finanziato i disordini avvenuti nella capitale moldava il 7 aprile scorso dopo la proclamazione della vittoria dei comunisti alle elezioni legislative. I due erano stato fermati nell’aeroporto di Odessa il 9 aprile scorso.
La portavoce del procuratore generale, Maria Vieru, ha dichiarato che il figlio di Stati e la sua guardia del corpo rimarranno sotto custodia cautelare per 30 giorni nella capitale moldava, mentre le indagini sull’accaduto proseguiranno. Se trovato colpevole Stati potrebbe rischiare fino a 15 anni di galera per incitazione alla rivolta e altri 25 anni per tentato colpo di Stato.
A sottolineare il ruolo anticostituzionale degli episodi di violenza dell’opposizione moldava è stato ieri, il presidente russo, Dmitri Medvedev, in un’intervista al canale televisivo Ntv. Il capo del Cremlino ha riconosciuto la legittimità di manifestazioni e proteste eventuali contro i risultati elettorali. “Abbiamo visto scene mostruose, quando sui principali edifici dello Stato hanno tentato di mettere simboli e bandiere di un altro Stato”, ha commentato Medvedev, ribadendo così l’intangibilità dello Stato nazionale della Moldova. “Se tali manifestanti vogliono la perdita di sovranità del proprio Paese o vogliono vivere in un altro Paese, sotto un’altra bandiera, allora tutto ciò va indicato con un altro nome”, ha detto il presidente russo.
“Questo tipo di militanza deve avvenire - ha concluso - in un quadro legale e non nel contesto delle cosiddette rivoluzioni colorate”.

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