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Clandestinità: Maroni chiede intervento Ue

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Sabato 18 Aprile 2009 – 12:38 – Tatiana Genovese stampa
Clandestinità: Maroni chiede intervento Ue



A margine della conferenza panmediterranea sull’immigrazione clandestine e sulla sicurezza delle frontiere, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha lamentato la mancata proroga a sei mesi del trattenimento degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione, misura contenuta nel ddl sicurezza e bocciata dalla Camera.
Già giovedì il titolare del Viminale si è recato in Tunisia insieme al capo della polizia prefetto Antonio Manganelli per cercare di rimediare “al voto del Parlamento”. Venerdì ha poi rimarcato che “il tempo è poco” per trovare una soluzione, avvertendo che, senza una risposta adeguata, il 26 aprile, verranno rimessi in libertà oltre mille clandestini: “Invece di essere rimpatriati, saranno liberi perché la Camera ha bocciato la nostra proposta di prorogare a sei mesi il trattenimento. Un fatto molto grave e molto negativo - ha rilevato - a cui stiamo cercando di rimediare con tutti gli sforzi possibili. Il tempo è poco, cercheremo di fare il possibile”.
Il leghista ha poi parlato dei problemi con Malta.
Un’imbarcazione con 154 migranti è infatti divenuta oggetto di una polemica diplomatica tra i due Paesi: la Valletta sostiene che la nave deve dirigersi verso il posto più vicino, e cioè Lampedusa. “Non vanno tanto bene” i rapporti tra Italia e Malta in tema di cooperazione sul fenomeno dell’immigrazione”, il ministro ha così ribadito la necessità che “Malta si assuma le responsabilità” in materia di soccorso, spiegando anche che c’è un contenzioso per cui è stato richiesto l’intervento del commissario Ue Barrot: “Ho posto la questione a livello europeo - ha detto - perché si é impegnato a fare soccorso in mare lo faccia davvero. Altrimenti si cambieranno le regole”.
L’esponente del Carroccio ha quindi evidenziato che esiste un dispositivo che consente a Malta di scaricare sull’Italia le responsabilità che dovrebbe avere nel soccorso, previste negli accordi internazionali. Cosa che a giudizio di Maroni Malta non sta facendo in modo soddisfacente ed il tutto ai danni dell’Italia. Il titolare dell’Interno ha quindi evidenziato che anche se le aree sono ben definite, spesso accade che chi deve intervenire non lo fa e allora interviene l’Italia. A tal proposito è stato reso noto che nelle zone che non sono di propria competenza, nel 2008 l’Italia é intervenuta 80 volte quando era a rischio la vita degli immigrati.
Tra il 2008 e gli inizi del 2009 il fenomeno dell’immigrazione clandestina ha fatto registrare un forte incremento dai Paesi africani e soprattutto dalla Libia. L’Italia “sta affrontando uno sforzo straordinario” per gestire il fenomeno ma é necessario “sostituire la fase degli accordi bilaterali con una nuova fase, che veda la Ue protagonista e controparte di queste intese”. Ha concluso così il suo intervento Maroni. Gli accordi per il rimpatrio degli irregolari, infatti, sono per Maroni “la strada maestra per governare le dinamiche dei fenomeni migratori’’ e non a caso il nostro Paese ha stipulato già 30 intese di questo tipo. La strategia degli accordi bilaterali rischia però di non bastare più, è necessaria quindi un’ottica nuova, più complessiva ed è per questo che Italia, Cipro, Malta e Grecia spingono affinché la Commissione europea preveda iniziative che rendano più efficace la politica europea sull’immigrazione.

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