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I nuovi attori della politica siciliana

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Martedì 22 Dicembre 2009 – 11:50 – Giacomo Faso stampa

Il governatore siciliano, Raffaele Lombardo, ha una nuova maggioranza trasversale all’Ars, Mpa, Pdl Sicilia e Pd, che si contrappone alla nuova minoranza, Pdl (s)lealisti e Udc. Il Pd sostiene formalmente il governo regionale sui temi delle riforme, delle emergenze e del risanamento, ma, in sintesi, è avvenuto il reale “ribaltone politico” con una nuova aggregazione partitica, oserei dire impropria, di centrodestra-sinistra, attraverso il cambio maturato nel breve tempo delle alleanze politiche, determinando dunque la sostituzione di una maggioranza con un’altra.
Il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, ha dato il proprio consenso al segretario regionale dello stesso partito, Giuseppe Lupo ed al capogruppo all’Ars Antonello Cracolici, per aprire ad un appoggio esterno al governo regionale di Raffaele Lombardo.
Difatti, la prima prova d’aula per la nuova maggioranza del governo isolano è stata il voto sulla richiesta di finanziamento di 1 milione di euro al teatro Vittorio Emanuele di Messina, nell’ambito della manovra economica all’esame dell’Ars, sostenuta dal Pdl (s)lealisti e dall’Udc, che si è conclusa con la bocciatura della norma, grazie ai voti contrari di Mpa, Pdl Sicilia e Pd.
Aspramente critico, sia contro l’operato del governo regionale che contro la nuova maggioranza che sostiene il governatore siciliano Lombardo, è la seconda carica dello Stato italiano, il presidente del Senato della Repubblica, Renato Schifani - capocorrente del Pdl (s)lealisti assieme al ministro della Giustizia, Angelino Alfano - che ha dichiarato apertamente “o si torna alla vecchia maggioranza di governo oppure si andrà alle elezioni regionali anticipate, a causa del trasformismo posto in essere da Lombardo, in quanto non si governa con gli appoggi esterni del Pd” ed ha aggiunto “c’è l’elezione diretta del presidente della regione e un premio di maggioranza, per cui non è necessario ricorrere a trasformismi, disgregando o riaggregando maggioranze diverse da quelle scelte originariamente dagli elettori. La Sicilia ha tanti problemi che bisogna risolvere: la legalità, le infrastrutture, il mancato uso dei fondi Ue”.
A tali affermazioni replica duramente il governatore Lombardo, dicendo: “Il Pd è l’unico partito che ha condiviso la mia azione di governo sulle riforme e sulle emergenze. É un fatto senza precedenti che il presidente del Senato entri precipitosamente su temi di politica partitica nell’ambito del quadro politico siciliano. È troppo tardi per una ricomposizione della vecchia maggioranza a causa di alcune scelte improvvide del suo stesso partito che hanno determinato la dissoluzione della maggioranza e la spaccatura verticale del suo partito”.
A sostegno delle dichiarazioni del governatore siciliano interviene il capogruppo all’Ars del Pdl Sicilia, Giulia Adamo, dicendo che “la coalizione che ha sostenuto l’elezione del presidente della giunta regionale siciliana, Raffaele Lombardo, si è dissolta per colpa dell’Udc e di una parte del Pdl che hanno contribuito a fare bocciare in aula il documento economico e finanziario del governo, sfiduciandone la linea strategica e ponendosi di conseguenza all’opposizione. La stabilità di un governo non si misura dunque dall’ampiezza della sua maggioranza, ma dalla capacità dell’organo esecutivo di attuare un programma coerente di riforme, supportato da una maggioranza parlamentare leale e non sleale, come purtroppo si è verificato”.
La regione Sicilia necessita di impellenti riforme strutturali fondamentali per lo sviluppo socio-economico dell’isola, che si possono realizzare attraverso il cambiamento di metodi ed azioni della politica partitica che conserva per tutti i politicanti posizioni di rendita incompatibili con le emergenze da affrontare per rimuovere un sistema che è servito finora a garantire pochi a danno di molti.
Il popolo siciliano tutto, che crede nel cambiamento e nello sviluppo della Sicilia, assiste ignominiosamente alle diatribe di potere di natura partitico-personalistico che causano il consequenziale fallimento della situazione politica regionale, che vede sfumare occasioni in materia di Fas, di destinazione dei fondi sequestrati alla mafia e di tutela e salvaguardia dei livelli occupazionali attraverso un uso razionale degli incentivi statali.
La società civile siciliana è spettatrice dell’indecoroso teatrino dei faziosi, indegni ed ipocriti politicanti siciliani, tutti attori nel recitare lo stesso copione che ha per oggetto il tradimento delle legittime aspettative della comunità isolana.

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