Slitterà ancora di qualche giorno il termine entro il quale si dovranno avverare le condizioni per rendere esecutivo il contratto tra Alitalia, attualmente in amministrazione straordinaria, e la Cai, la cordata confindustriale che dovrà rilevarne le attività sane, gli aerei e i servizi di terra, e operare per un suo rilancio. I due elementi che ancora mancano sono il nulla osta dell’Antitrust italiano e il rilascio della relazione del cosiddetto “monitoring trustee”, un organismo appositamente nominato dalla Commissione europea per valutare che la cessione a Cai di attività e servizi di Alitalia avvenga a condizioni di mercato. Di conseguenza la scadenza è slittata da domenica scorsa a giovedì 4 dicembre. Una nota del commissario straordinario, Augusto Fantozzi, emessa su richiesta della Consob, ha precisato che “qualora” tali condizioni si avverino la stipula dell’atto di cessione ed il trasferimento del complesso di beni e di contratti avrà luogo il 12 dicembre 2008. Fino a tale data, gli oneri e gli incassi della gestione delle attività che saranno cedute a Cai saranno a carico di Cai. Fantozzi ha poi ribadito che il prezzo di acquisto di Alitalia è di 1,052 miliardi e i termini di pagamento sono “chiari”. In realtà l’unica cosa chiara è il regalo fatto ai confindustriali guidati da Roberto Colaninno che di soldi veri e reali ne dovranno sganciare ben pochi. 100 milioni subito, 325 milioni in due rate, ed il resto tramite il trasferimento a Cai di mutui ipotecari. Insomma una bella operazione all’insegna dell’ingegneria finanziaria. Un’operazione che i sindacati dei piloti e degli assistenti di volo leggono come funzionale all’arrivo di Air France-Klm in Cai come nuovo socio. Un socio al quale diversi soci di Cai stanno già pensando di cedere le proprie quote, ovviamente guadagnandoci. Dimostrazione ulteriore del fatto che gli imprenditori italiani sono più finanzieri che industriali.