inv RICERCA 
inv
inv
rinascita.Info
inv
inv
L'EUROPA, UNA VOLONTÀ UNICA, FORMIDABILE, CAPACE DI PERSEGUIRE UNO SCOPO PER MIGLIAIA DI ANNI. NIETZSCHE
inv
inv
inv
inv
PAGINA PRINCIPALE > ACCESSO :: LIBERO
inv
Primo Piano
inv

L'acqua calda

invia
Venerdi 1 Agosto 2008 – 14:44 – Decio Siluro stampa
L'acqua calda

Non apprezziamo particolarmente il governo Berlusconi ed inoltre ci rendiamo conto che qualche benevolo giudizio è spesso frutto solamente del confronto con il precedente disastroso governo Prodi. In ogni caso cerchiamo di rimanere sempre obiettivi, criticando quando c’è da criticare ed apprezzando quando c’è da apprezzare.
Il governo è in sella da troppo poco tempo per poter stilare pagelle definitive dei ministri, ma qualcuno sembra già brillare un pochino più degli altri.
In particolare ci sta piacendo con una certa frequenza il ministro delle politiche agricole (ma perché non si dice ancora più semplicemente dell’agricoltura?) Luca Zaia.
Abbiamo apprezzato i suoi tentativi per difendere la produzione agricola italiana di fronte ai minacciosi attacchi globalisti ed apprezziamo l’ultima sua proposta per rivitalizzare la nostra agricoltura partendo dal territorio.
A prima vista può sembrare l’invenzione dell’acqua calda, e forse lo è anche, ma contiene in nuce passaggi in qualche modo rivoluzionari, sì rivoluzionari.
Cosa ha proposto di preciso Zaia? Il ministro ha suggerito una sorta di “federalismo agroalimentare” ovvero ripartire dal territorio per ripuntare sulle colture tradizionali, tagliando le gambe agli speculatori e alle produzioni non nostrane. Zaia vuole valorizzare la vicinanza al territorio di produzione e la stagionalità.
Cosa c’è di rivoluzionario in tutto ciò?
Consumare i prodotti tipici della propria area significa innanzitutto tutelare l’ambiente, stroncando il traffico su gomma che ogni giorno invade le autostrade italiane. Questo è sicuramente positivo, ma non è rivoluzionario.
Utilizzare prodotti locali, e per di più seguendone la stagionalità, significa però tornare alla cucina tradizionale in barba a quel modello unico presentato in continuazione dai media e dalla pubblicità. Significherebbe finalmente veder sparire dalle tavole degli italiani, per esempio, quel vero insulto al gusto ed all’intelligenza rappresentato dai pomodori coltivati nelle serre olandesi o dagli agrumi sudafricani che arrivano copiosi in controstagione.
Questo sarebbe una rivoluzione dei costumi che non solo smantellerebbe la filiera distributiva prima causa dell’anomalo, incontrollato ed ingiustificato aumento dei prezzi dal campo al consumo, ma soprattutto contribuirebbe a restituire un briciolo di identità agli italiani.
Sì, perché l’identità di un popolo passa anche per quel che mangia.
Bravo Zaia, acqua calda, ma italiana.

inv
Commenti ( 0 )
inv
inv archivio :: abbonati :: inv
inv invinv^ inv
inv
In Primo Piano :: libero
continua :: libero ::
inv
Gli ultimi 5 titoli :: libero
prima pagina ::
inv
Gli ultimi 5 titoli :: abbonati
  • Prossimamente
continua :: abbonati ::
inv inv inv
inv
inv
© rinascita soc. coop. ed. a r.l. - 2002–'07
inv
inv invinv
inv
inv
inv