inv RICERCA 
inv
inv
rinascita.Info
inv
inv
L'EUROPA, UNA VOLONTÀ UNICA, FORMIDABILE, CAPACE DI PERSEGUIRE UNO SCOPO PER MIGLIAIA DI ANNI. NIETZSCHE
inv
inv
inv
inv
PAGINA PRINCIPALE > ACCESSO :: LIBERO
inv
Primo Piano
inv

Fischi tradizionali

invia
Sabato 2 Agosto 2008 – 12:34 – Paolo Emiliani stampa
Fischi tradizionali

Un popolo fa sempre bene a ricordare la sua storia, i suoi eroi, i suoi martiri, le battaglie vittoriose dei suoi eserciti e forse anche le sconfitte, se subite senza disonore. L’Italia è però uno strano Paese dove si celebrano le sconfitte ma non, per esempio, la fine vittoriosa della Grande Guerra, l’ultima guerra d’indipendenza che rese alla patria Trento e Trieste. Un Paese, soprattutto, che ama le celebrazioni, ma non si preoccupa troppo se la ricostruzione di quei fatti corrisponda ad una verità o sia solo invenzione funzionale ai disegni di qualcuno, magari pure straniero.
Oggi, 2 agosto, ricorre il ventottesimo anniversario della strage alla stazione di Bologna, quando in un attentato morirono 85 persone e circa duecento rimasero ferite. Una strage fascista, dissero allora - e poi - inquirenti che avevano forse individuato le responsabilità prima ancora di iniziare le indagini. Ai tempi, era il 1980, i fascisti ( e mai una definizione fu così vaga e omnicomprensiva) erano colpevoli di tutto e del resto qualcuno voleva addirittura depenalizzare il loro omicidio, infatti nelle piazze si urlava “uccidere un fascista non è reato”, mentre qualcun altro voleva addirittura sciogliere il Msi, non avendo capito che quello era il serbatoio dal quale un giorno sarebbe sorto Fini e tutta una classe dirigente neodemocristiana.
Fatto sta che a Bologna, anno dopo anno, si ripete la medesima celebrazione “antifascista” e non importa se negli anni la verità, faticosamente, abbia iniziato a trapelare o, almeno, sia stata eliminata ogni parvenza di credibilità alla bugia finora propinata agli italiani: loro, imperterriti, continuano a celebrare e a fischiare gli oratori che non gradiscono per “scarso antifascismo”, anche i fischi sono diventati una tradizione. Anzi, la piazza è pure diventata esigente e protesta se il personaggio da fischiare non è di giusto spessore. E’ così successo che Berlusconi, dopo aver incassato il rifiuto a partecipare da parte del Guardasigilli Angelino Alfano, aveva designato come sostituto il ministro Rotondi, ma anche questi si era chiamato fuori, indispettito da un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dall’assessore bolognese Libero Mancuso nella quale veniva presentato come “uno sconosciuto personaggio incolore che non vale manco la pena di fischiare”. E forse proprio questa ultima parte deve averlo fatto indignare. Ma a tutto c’è rimedio. Berlusconi ha fatto un po’ di pressioni sul suo ministro mentre nel frattempo sono arrivate le precisazioni (chissà mai cosa c’era da precisare?) di Mancuso che ha detto che non c’era alcuna volontà di offendere. Fatto sta che alla fine Rotondi andrà, sarà fischiato, e tutti saranno contenti. Poco importa se per quella strage sono stati condannati degli innocenti ed al massimo ora qualcuno sta cercando “altri” colpevoli di comodo, ovviamente politicamente corretti. I colpevoli, quelli veri, sono scomodi e poi si perderebbe il pretesto per questa splendida celebrazione che è ormai entrata nella tradizione “patria”.

inv
Commenti ( 0 )
inv
inv archivio :: abbonati :: inv
inv invinv^ inv
inv
In Primo Piano :: libero
continua :: libero ::
inv
Gli ultimi 5 titoli :: libero
prima pagina ::
inv
Gli ultimi 5 titoli :: abbonati
  • Prossimamente
continua :: abbonati ::
inv inv inv
inv
inv
© rinascita soc. coop. ed. a r.l. - 2002–'07
inv
inv invinv
inv
inv
inv