La festa è finita. Il sistema finanziario e monetario è al collasso. Le conseguenze della cosiddetta crisi dei mutui subprime in Europa si fanno appena sentire, e a nulla valgono le rassicurazioni - sempre meno rosee - che gli gnomi delle banche centrali tentano di diffondere. Ancora nella giornata di ieri, mentre negli Usa i segnali di un settembre nero si accentuavano e si faceva sentire il tonfo della grande compagnia di assicurazioni Aig, il governatore della Banca centrale europea Trichet elargiva dichiarazioni improntate su un mendace ottimismo. Si compiaceva cioè della stretta nei tassi di interesse primario (e conseguentemente del blocco della liquidità monetaria nell’eurozona, e cioè del denaro così assente dalle tasche di ognuno di noi, di ogni cittadino) pur accennando - ma di sfuggita - alla “continua crescita” dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia. La crisi che soffia dall’altra parte dell’Atlantico è, peraltro - ma i lorsignori non lo vogliono far sapere - strutturale. E’ una crisi, cioè destinata a perpetuarsi. E’ stato infatti l’innesco del crack congiunturale dei mutui che ha stracciato il velo che celava ai più l’esistenza di una gravissima duplice bolla finanziaria e monetaria che aveva da tempo reso virtuali e non produttive - e quindi artificiali - le economie dei maggiori Paesi avanzati d’Occidente. Se nel Massachussets, qualche giorno fa la tragedia dei mutui ha portato una 53enne, Carlenne Balderrama, al suicidio per salvare, con il premio dell’assicurazione, la casa di famiglia dall’asta giudiziaria indetta per saldare l’ipoteca immobiliare non pagata, è indubbio che il peggio debba ancora arrivare. E che, naturalmente, tocca anche al Paese di Bengodi, alla nostra Italia, fare i conti con questo dissesto globalizzato made in Usa. Anche da noi aumentano infatti le tragedie di chi vede crescere il suo debito verso le banche perché le rate dei mutui diventano insostenibili. E il dramma nella tragedia è che la maggior parte dei capifamiglia coinvolti in questa crisi ha tra i 25 e i 40 anni, è un giovane. Come Trichet in Europa, anche il governatore Mario Draghi, fa però sfoggio di ottimismo per confondere le acque ed evitare uma fuga generale dal risparmio che porterebbe proprio le banche azioniste di Palazzo Koch ad una serie di bancarotte. Sta di fatto che qui da noi il 91 per cento dei prestiti concessi dalle banche per comprare una casa alle famiglie sono stati concessi a tasso variabile e quindi soggiacciono all'andamento sfavorevole del costo del denaro. Sta di fatto che in questa seconda metà dell’anno, secondo gli osservatori economici, il costo del denaro -rigidamente limitato dalle banche centrali - è destinato a salire almeno al 3,5 per cento. Sta di fatto che il potere d’acquisto degli stipendi è ovunque in sensibile calo. Sta di fatto che camminiamo tutti sull'orlo di un burrone.
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