L’informazione, sia quella della carta stampata sia quella televisiva, è fatta di parole e di immagini. Quando le immagini che accompagnano un articolo o un servizio in video non sono coerenti con il contenuto l’informazione è in qualche modo falsa o almeno falsata. Questo è quanto avviene in questi giorni per la vicenda relativa ad Eluana Englaro. L’immagine che appare continuamente è quella di una bella ragazza, giovane e sorridente alla vita, ma quella Eluana è morta il 18 gennaio 1992, coinvolta in un tragico incidente stradale. Quella che da 17 anni è costretta in un letto di ospedale non sorride più alla vita, anzi non può proprio più sorridere, perché non può avere più emozioni, non può sentire più il dolore, non può avere più percezioni dall’esterno, non può nutrirsi autonomamente: sopravvive in uno stato vegetativo ed incosciente. Oggi Eluana non assomiglia più a quelle foto: è tragicamente diversa. Da questa mattina, in una clinica di Udine, i medici cominceranno a ridurre la nutrizione e l’idratazione forzata, fino a che il suo corpo, già senza vita, si spegnerà. Sarà però una corsa contro il tempo, perché il governo sta frettolosamente cercando di approvare un decreto che, annullando precedenti provvedimenti della magistratura, possa imporre il mantenimento “in vita” di Eluana. Dietro questa fretta c’è la volontà della chiesa cattolica che sta cercando impropriamente di imporre ad uno Stato, che dovrebbe essere laico, le sue personalissime convinzioni in materia. Eluana sta diventando un simbolo ed il suo coraggioso padre sta combattendo una lodevole battaglia di diritto, quella per impedire inutili accanimenti terapeutici (che poi non sono nemmeno tali perché non esistono speranze né di guarigione né di miglioramenti) e per garantire una morte dignitosa a chi non è nemmeno in grado di darsela da solo. Una cosa vorremmo poi chiedere ai cattolici e a quanti si stanno battendo contro l’interruzione dell’alimentazione forzata ad Eluana: perché non dite una parola sui trapianti di organi e sugli espiantati? Forse perché il cuore di Eluana batte ancora, anche se la sua condizione è più simile ad una pianta che ad un essere umano? Forse non sapete che anche il cuore dei “donatori” batte ancora quando i loro organi sani vengono espiantati. Molti donatori sono spesso giovani coinvolti in incidenti stradali, proprio come Eluana. Se 17 anni fa i familiari avessero deciso di donare i suoi organi probabilmente questa storia non sarebbe mai iniziata e le coscienze dei “difensori della vita” sarebbero a posto. Ipocritamente, ma a posto. Anzi, avrebbero pure lodato il padre per la sua generosità, in un momento tanto triste, quello stesso che oggi in qualche modo dipingono senza cuore. Signor Englaro sta facendo la cosa giusta, non le facciamo condoglianze, saremmo in ritardo di molti anni.
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