Continua il dialogo tra i poli per realizzare quanto prima il testamento biologico. Due le ideologie che si scontrano in questi ammiccamenti: da una parte l’ultra clericalismo del Popolo della libertà, che si avvia a diventare sempre più un partito senza la minima base ideologica ma totalmente confessionale, e dall’altra lo pseudo laicismo, venato di cattolicesimo, del Partito democratico, un partito privo di posizioni di sorta ma costretto a barcamenarsi tra il forte anti clericalismo della sua componente più radicale e la necessità di non indispettire troppo l’ala teodem della formazione bianco-rossa. Il faccia a faccia tra i due principali partiti italiani per il momento è tutto incentrato sui contenuti di questa norma, con la certezza che si arriverà a vararla a breve, tanto che da parte dell’opposizione alla fine non ci dovrebbe essere il benché minimo ostruzionismo, ed il tutto per avere questo testo a pieno regime entro l’estate; anche se nel Pd, come da copione, non mancano i soliti scontri interni. Ignazio Marino è infatti stato sollevato dall’incarico di capogruppo Pd nella commissione Sanità del Senato per fare posto a Dorina Bianchi, ascrivibile al clan dei teodem. Gli uomini di Veltroni per il momento minimizzano di fronte a questa decisione spiegando, tramite Anna Finocchiaro, che non esiste alcun caso, ma che il passaggio di testimone è stato necessario poiché Marino è stato eletto presidente della commissione d’inchiesta sull’Efficacia e l’efficienza del servizio sanitario nazionale. Nonostante questa doverosa presa di posizione non si può non collegare questa sostituzione alle ultime esternazioni del genovese che aveva asserito: “La legge è pessima, prima sarà approvata meglio è. Così sarà bocciata dalla Corte costituzionale e si potrà passare ad un nuovo testo”. Molti i nodi ancora da sciogliere prima di arrivare ad un percorso realmente condiviso, anche se la Casta ha già stabilito i tempi tecnici, come riferito da Raffaele Calabrò, esponente del Pdl e relatore del disegno di legge. All’inizio della prossima settimana, molto probabilmente martedì, dovrebbe concludersi la discussione del ddl in commissione, con la votazione degli emendamenti che inizierà già venerdì 20, ammettendo che “il testo va migliorato”, e quindi aprendo ben più di uno spiraglio al centrosinistra. Tra i punti che non convincono nemmeno la stessa maggioranza che ha preparato il testo il rischio di eccessiva burocrazia, con Calabrò che ha rilevato come ogni medico di famiglia potrebbe dover andare dal notaio circa cinquecento volte l’anno in compagnia di un qualche suo assistito per partecipare alla stesura del testamento. Un altro dei punti su cui maggioranza ed opposizione potrebbero avere più difficoltà a giungere ad un accordo quello relativo alla nutrizione artificiale, che poi è quello che ha scatenato la guerra ideologica su Eluana Englaro. Dissertando su questo punto il relatore del provvedimento ha infatti ricordato che anche a livello di società scientifiche non c’è ancora una posizione definitiva sul fatto che nutrizione e idratazione artificiale siano o meno una cura, anche se la volontà del centrodestra appare quello di considerarle tali. L’unico punto su cui forse è già tutto scritto, e che alla fine rappresenta la soluzione migliore quella relativa all’espressione della volontà. Il documento attualmente all’esame della commissione Sanità infatti prevede che il testamento biologico si basi su una volontà certa e non solamente presunta. Sicuramente c’è la necessità di colmare al più presto un grave vuoto legislativo. La cosa fondamentale è che venga rispettata la volontà del diretto interessato, anche per evitare polemiche postume.
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