inv RICERCA 
inv
inv
rinascita.Info
inv
inv
L'EUROPA, UNA VOLONTÀ UNICA, FORMIDABILE, CAPACE DI PERSEGUIRE UNO SCOPO PER MIGLIAIA DI ANNI. NIETZSCHE
inv
inv
inv
inv
PAGINA PRINCIPALE > ACCESSO :: LIBERO
inv
Primo Piano
inv

Difesa d'ufficio

invia
Martedì 3 Febbraio 2009 – 14:05 – Ugo Gaudenzi stampa
Difesa d'ufficio

Qualche giorno fa, “il Giornale”, commentando il primo editoriale del nuovo direttore di “Liberazione”, Dino Greco, titolava “Aridatece Sansonetti”.
Non c’è che dire: dalla sua - come dire, ah: “angolazione” - il quotidiano della famiglia Berlusconi ha sicuramente ragione.
Infatti questo sindacalista della Fiom imposto dalla segreteria del prc alla direzione del quotidiano del partito non è un giornalista verace come il predecessore. Non ha quell’onniscienza, quell’eclettismo che si apprendeva all’Unità, prima a San Lorenzo e poi al Tritone. Non è un Veltroni-più-a-sinistra, insomma.
Figuriamoci: nell’elencare il disastro finanziario, di diffusione e di “linea” della precedente gestione, questo neo-direttore – come nota stupito il Brambilla del Giornale - si è permesso addirittura di condannare il narcisismo confuso ed eclettico, la disorganizzazione, la fuga nel residuale e la ricerca di ribalta mediatica e cioè quella linea direttrice che negli ultimi anni aveva fatto sprofondare quel giornale (e quel partito) nell’archivio delle futilità, degli oggetti non necessari nemmeno ai meno ortodossi tra i comunisti.
Dulcis in fundo, il commento simil-berlusconiano, con un’ironia tutta da interpretare, faceva notare la stranezza (sic) insita nella “nuova linea” di Liberazione, semplificata da Dino Greco in due o tre frasi: risolvere “il problema della sciagurata rimozione del lavoro dalla stessa cultura della sinistra” e “uscire dalla nicchia del ristagno” per “ricostruire una rappresentanza politica” sociale.
Lungi noi patrocinare chi forse non gradisce essere difeso da gente che non ama tout-court il “comunismo” ma che si batte per un’unità di pensiero nazionale e socialista. Non possiamo, però, esimerci da una difesa d’ufficio di una dichiarazione d’intenti che, in tempi di totale sfascio sociale, risolleva il Lavoro come un valore, da tutelare e riorganizzare - con i suoi doveri, con i suoi diritti, con la sua spinta propulsiva - per il benessere di tutta la collettività, nazionale ed europea.
Certo: a Brambilla e al Giornale difendere il lavoro, l’attività dell’uomo, sembrerà un’anacronismo.
Ma noi (e a quanto pare, almeno nelle intenzioni, anche in altri lidi) crediamo il contrario.
E’ di estrema urgenza e attualità.

inv
Commenti ( 0 )
inv
inv archivio :: abbonati :: inv
inv invinv^ inv
inv
In Primo Piano :: libero
continua :: libero ::
inv
Gli ultimi 5 titoli :: libero
prima pagina ::
inv
Gli ultimi 5 titoli :: abbonati
  • Prossimamente
continua :: abbonati ::
inv inv inv
inv
inv
© rinascita soc. coop. ed. a r.l. - 2002–'07
inv
inv invinv
inv
inv
inv