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Il Guglielmo furioso

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Giovedì 13 Novembre 2008 – 14:03 – Paolo Emiliani stampa
Il Guglielmo furioso

Il dado è tratto: lo sciopero generale tanto desiderato da Epifani ci sarà, il prossimo 12 dicembre. I dettagli saranno decisi dalla segreteria della Cgil convocata per lunedì prossimo, ma la decisione è ormai presa. Molto probabilmente l’interruzione dal lavoro sarà di quattro ore, così lo sciopero “generale” sarà due volte “parziale”, perché non coinvolgerà l’intera giornata e perché appunto indetto da una sola sigla sindacale. Nulla a che vedere con gli scioperi generali di una volta, quando l’Italia intera si fermava per tutto il giorno, molto probabilmente il prossimo 12 dicembre gli italiani quasi non si accorgeranno dello sciopero generale, anche perché ormai la presenza della Cgil in alcuni comparti è risibile.
Epifani questo sciopero doveva proprio farlo, il suo compagno Veltroni ne ha assolutamente bisogno per rilanciare un’opposizione sempre più asfittica ed in crisi di idee. E pensare che il governo Berlusconi offre continuamente occasioni per protestare, ma quelle concrete non sono mai colte da una sinistra di Palazzo pronta solamente alla polemica sul futile e sull’inutile.
Epifani è soprattutto infuriato per non essere stato invitato ad una riunione che ci sarebbe stata nella serata di martedì a villa Grazioli, una sorta di “vertice” al quale avrebbero partecipato, oltre al presidente Berlusconi, alcuni ministri tra cui quello del Welfare Sacconi, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ed i segretari generali di Cisl e Uil, Bonanni e Angeletti. In effetti l’esclusione della Cgil da un tavolo simile ha del clamoroso, ma non è stata la sola defezione, infatti non è stata invitata nemmeno l’Ugl e il segretario Renata Polverini ha anche lei protestato assai vivacemente con il governo, certo a lei più vicino di quanto lo sia per Epifani. Il leader del sindacato di Corso d’Italia si è però adirato solo per la sua assenza e non avrebbe trovato nulla da eccepire se l’esclusione avesse riguardato solo l’Ugl e tutte le altre sigle sindacali “minori” presenti in Italia.
Questo è il punto. Per anni la Cgil ha imposto, insieme a Cisl e Uil, che ai tavoli di trattativa non partecipassero altri sindacati, facendone addirittura un problema pregiudiziale nei confronti della Cisnal, ma Epifani ed i suoi predecessori non hanno mai considerato ingiusto e discriminatorio il loro comportamento, anche considerando che la Triplice rappresenta solamente una minoranza dei lavoratori italiani. Eppure dovevano essere loro e solo loro a firmare i contratti, lasciando agli altri soltanto la possibilità di accettarli in un secondo tempo.
Bene, in questo senso, in fondo, ci fa piacere che Epifani e la sua Cgil per una volta abbiano conosciuto cosa vuol dire rimanere fuori dalla porta. Detto questo dobbiamo però rilevare il comportamento anomalo del governo, un evidente tentativo di alimentare i conflitti tra sigle sindacali, anche se bisogna riconoscere che proprio la Cgil da troppo tempo sta confondendo l’attività sindacale con la politica dell’opposizione. Intanto Pierluigi Bersani, ministro ombra dell'Economia critica il governo definendolo fazioso e ideologico, senza nessuna attitudine ad un sano pragmatismo. Già, fazioso e ideologico, proprio come coloro che un tempo ghettizzavano la Cisnal per la grave colpa di mancato antifascismo.
La famosa trave nell’occhio...

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