Ascoltando i commenti degli esponenti politici e non sapendo come sono finite le elezioni gli italiani potrebbero pensare che tutti hanno vinto, visto che questo è ciò che emerge all’unisono da tutte le segreterie. La realtà dei fatti, per quanto concerne il palcoscenico europeo, però è molto diversa e dice, numeri alla mano, che due soli partiti hanno vinto: la Lega, che supera il 10 percento, e l’Italia dei valori che sfiora l’8 percento, raddoppiando il risultato delle politiche di dodici mesi fa. Il dato che maggiormente salta agli occhi è però quello dell’astensione: un elettore su tre ha infatti deciso di disertare le urne, probabilmente anche nella consapevolezza che l’Europarlamento è uno strumento sostanzialmente inutile e che nessun partito ha proposto valide ricette sociali. Tra coloro che si sono recati a votare da segnalare anche il dato di schede bianche e nulle, entrambe sopra il 3% e quindi ai livelli della sinistra radicale. Per quanto riguarda i partiti si registra delusione nel Popolo delle libertà. Silvio Berlusconi si aspettava un vero e proprio plebiscito, dal 40% dei consensi in su, ed invece si è dovuto accontentare del 35, è sempre il primo partito ma paga il risultato del Carroccio che gli ha sottratto elettori e che ora, anche alla luce dei risultati delle amministrative, rende le trattative per le regionali del prossimo anno molto più complicate. Rispetto alle scorse politiche lascia sul campo due punti, anche se ne guadagna altrettanti rispetto alle europee del 2004 e, grazie alla soglia di sbarramento che diminuisce i partiti ammessi alla ripartizione dei seggi, passa da 25 a 29 deputati; insomma, una sconfitta tutto sommato indolore. Continua la costante perdita di consensi per il Pd, un anno fa alle politiche prese il 33,2 ed oggi alle europee registra sette punti in meno, con Franceschini ed i suoi che esultano per il non trionfo del Cavaliere, e precisano che poiché Pannella ha preso il 3% di punti ne hanno persi solo quattro, anche se nelle precedenti europee si attestarono al 31. A denunciare impietosamente la sconfitta però la perdita di due euro rappresentanti, da 24 a 22. Esulta, come anticipato, la Lega che rosicchia voti al Pdl e supera il 10%, raddoppiando il dato del 2004 e passando da 4 a ben 9 deputati. Grosso successo per l’opposizione urlata e contra personam dell’ex togato Antonio Di Pietro che raddoppia rispetto alle ultime politiche e quadruplica i consensi rispetto a cinque anni fa e passa da due a sette seggi. Voti e deputati sottratti a Franceschini ed alla sinistra pseudo radicale. Gli ultimi cinque seggi disponibili se li aggiudica l’Udc di Pier Ferdinando Casini che guadagna quasi un punto rispetto alle precedenti consultazioni ma continua a vivacchiare nel bipolarismo che domina ormai la scena politica italiana. Fuori tutte le altre liste in campo con la sinistra radicale che paga la scelta di presentarsi divisa, anche se i vari protagonisti hanno comunque preso bene il risultato, visto più che altro la considerano una buona base di partenza. Cinque anni fa sommando i vari risultati erano sopra l’11% ed ora faticano a toccare il sette; perdendo peraltro i nove seggi di cui godevano, anche se va osservato che rispetto alle ultime politiche i compagni hanno guadagnato un pugno di voti. Fuori dai giochi, dopo 30 anni, i radicale che dopo aver protestato contro il presunto oscuramento mediatico subito in campagna elettorale ottenendo di conseguenza una presenza in video quasi costante hanno dato la colpa del fallimento all’oblio calato su di loro negli ultimi giorni, rimanendo sugli stessi valori di cinque anni fa ma perdendo i due seggi a causa della nuova legge elettorale. Sconfitta senza attenuanti per l’Autonomia, il cartello elettorale comprendente l’Mpa, la Destra, l’Adc ed i Pensionati che in pratica ha raccolto voti sono nella circoscrizione delle isole. Cinque anni fa ai nastri di partenza c’era solo il movimento di Raffaele Lombardo e quello dei pensionati che avevano perfino ottenuto un rappresentante. Risultato da prefisso telefonico per tutti gli altri partiti in lizza. Solo cinque partiti quindi accederanno a Strasburgo, dato che conferma come la politica in Italia stia diventando un fatto sempre più elitario.
|