Che l’opposizione sia sempre più in crisi è evidente dal confronto in atto tra le varie componenti sulle iniziative da prendere per mettere in difficoltà la popolarità di Berlusconi. Anche sulle mozioni di sfiducia si dividono. Mentre l’IdV l’ha presentata sulla base del caso Mills, il segretario del Pd l’ha basata sulla rinuncia del lodo Alfano. “Il mio avversario si chiama Silvio Berlusconi”, ha detto Franceschini “Con Di Pietro, con Casini siamo all’opposizione in Parlamento e penso che in questo momento, di fronte ai rischi che corre la qualità della democrazia italiana, serva che le opposizioni siano unite, non che si dividano in una gara a chi è il primo della classe, a chi fa la mossa più astuta per prendere qualche voto in più”. Le frizioni in atto nel centrosinistra vanno avanti da un bel po’ e più precisamente da quando l’ex segretario del Pd Veltroni strinse il patto di alleanza con Di Pietro, rompendo la promessa di andare alle politiche da soli. La sconfitta ebbe effetti devastanti tant’è che da allora per il Pd è iniziata una china pericolosa. Il dissanguamento di voti, per lo più andati verso l’alleato Di Pietro, non si è affatto fermato. E i sondaggi confermano questa tendenza, con un Pd semrpe più debole e l’IdV in crescita. “Se ci rubiamo voti a vicenda”, ha detto Franceschini “non andiamo da nessuna parte. Un grande partito, come il Partito democratico”, ha il dovere di lavorare “per tenere unita l’opposizione, per spiegare anche ai partiti più piccoli che questo non è il momento di fare o dire cose che servono per prendere qualche voto in più, perché la democrazia italiana in questo momento ci richiede qualche cosa di più importante, che è esattamente uniti e contrastare questa destra”. Ma le frizioni rimangono. E a testimonianza di questo clima tempestoso c’è la mancata sottoscrizione della mozione dipietrista da parte di Franceschini. C’è stato un botta e risposta tra le segreterie dei due partiti alleati sulle strategie adottate per contrastare il nemico comune Silvio Berlusconi. Ma il problema, a detta del dipietrista Donadi, sta nella mancanza di fiducia. “A questo punto -spiega l’esponente dell’IdV- è forte il sospetto che il Pd teme le iniziative di IdV al punto di cercare con noi la contrapposizione su ogni tema”. Altrimenti, a detta del dipietrista, non si spiegherebbe la logica per la quale il Pd ha bloccato la mozione di sfiducia che, a differenza del loro brodino caldo, avrebbe avuto un effetto politico di ben altro livello. E spiega anche che il suo partito non ha alcuna intenzione di sottostare a questo giochino, ribadendo comunque il sostegno alla mozione del Pd, seppur giudicandola poco più di un brodino caldo. Ma anche la mozione di Franceschini volta alla rinuncia di Berlusconi all’ombrello protettivo del lodo Alfano appare priva di qualche speranza. I numeri, nettamente a vantaggio della maggioranza, parlano chiaro. E quindi anche questa strada sembra senza via d’uscita.
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