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Confindustria bussa a quattrini

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Martedì 26 Maggio 2009 – 7:02 – Andrea Angelini stampa
Confindustria bussa a quattrini



Gli industriali non vogliono licenziare. Almeno a parole. A Viale dell’Astronomia contano molto sull’aiuto dello Stato. Noi non licenziamo, è la proposta fatta da Emma Marcegaglia, ma il governo deve impegnarsi ad allungare la cassa integrazione ordinaria per tutte quelle aziende nelle quali scadrà fra luglio e settembre. E sono tante. Il presidente di Confindustria, all’assemblea dell’Unione degli industriali di Varese, ha replicato, nei termini previsti, alla richiesta di una moratoria sui licenziamenti fatta dal ministro del Lavoro, l’ex socialista Maurizio Sacconi.
Secondo la Marcegaglia gli imprenditori italiani sono quelli che più hanno mantenuto posti di lavoro rispetto ai loro colleghi europei. E quindi, invece di appelli come quello di Sacconi, che cascherebbero nel vuoto, del resto il Mercato ha le sue esigenze, “bisogna utilizzare gli strumenti che ci sono”.
In altre parole, la politica deve limitarsi a sciogliere i cordoni della borsa ma non deve preoccuparsi di come quei soldi vengono spesi. Palazzo Chigi non deve cercare di bloccare i processi di ristrutturazione nei sistemi produttivi delle aziende. Altrimenti, ha ammonito, avremo aziende più deboli che cresceranno meno che nel resto d’Europa ed anzi potrebbero pure finire fuori mercati. Poi presa da un afflato “sociale” la Marcegaglia ha aggiunto che si deve “accompagnare la discontinuità”, nel senso di prorogare la cassa integrazione per chi è rimasto senza lavoro e quindi “aiutare i più deboli”. Lo Stato quindi “deve fare la sua parte e mettere i soldi per gli ammortizzatori sociali”.
Da qui un appello ai sindacati a rinnovare tutti insieme i contratti di categoria per il bene dei lavoratori. Un appello non solo alla Cisl e alla Uil che hanno sottoscritto il nuovo modello contrattuale ma anche alla Cgil che lo ha rigettato. Un modello che ha spostato dal livello nazionale a quello aziendale la centralità della contrattazione aumentando l’incidenza della produttività e degli straordinari nella busta paga e dividendo di fatto i lavoratori.
“Facciamo in modo che i contratti siano rinnovati senza difficoltà” ha invitato il capo degli industriali, auspicando di ritrovarsi insieme con tutti i sindacati, comprese la Cgil e i metalmeccanici della Fiom per lavorare insieme. Del resto la Cgil ha assunto un atteggiamento “responsabile e coerente”.
Non poteva mancare poi l’ennesimo attacco alle pensioni con l’invito ai lavoratori a lavorare di più e più a lungo per permettere all’intero sistema di sopravvivere. “L’attuale sistema pensionistico è sbilanciato – ha lamentato Marcegaglia – e andando avanti così non riusciremo più a pagare le pensioni”. La riforma delle pensioni, ha concesso, va però fatta nel modo giusto, parlandone con tutti gli interessati. Se poi i lavoratori non saranno d’accordo, voleva intendere, sarà necessario fargli capire che dovranno rinunciare ancora ad un bel po’ di diritti acquisiti
Quanto alla partecipazione dei dipendenti alla gestione delle imprese, come suggerito da alcuni settori della maggioranza, la Marcegaglia ha messo le mani avanti spiegando che serve una maturazione culturale da entrambe le parti, imprenditori e lavoratori. Su tale ipotesi, gli imprenditori non hanno ideologie e sono disponibili ad ascoltare. Ma non vogliono un atteggiamento dirigistico da parte del governo. Si deve trattare di “una scelta volontaria delle aziende”.
La situazione economica presenta comunque dati tragici. Secondo l’Ocse, nel primo trimestre dell’anno il Pil complessivo dei Paesi membri dell’organizzazione ha registrato una flessione del 2,1% (in Italia –2,4%) rispetto all’ultimo trimestre del 2008 (già calato del 2%), il ribasso più forte dal 1960. Rispetto al primo trimestre del 2008, il calo è stato del 4,2%. Quindi altro che segnali di ripresa….E in una situazione di crisi crescente e priva di prospettive, Confindustria trova pure il coraggio di chiedere altri sacrifici allo Stato, ai lavoratori e ai pensionati. Un approccio davvero “sociale”, non c’è che dire…

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