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La zona rossa è rimasta inviolata

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Sabato 30 Maggio 2009 – 9:00 – Michele Mendolicchio stampa
La zona rossa è rimasta inviolata



La prima giornata del vertice romano dei ministri europei della Giustizia e dell’Interno si è svolto tranquillamente, senza incidenti. La zona rossa intorno al Flaminio, dove è in corso la due giorni del G8, non è stata violata. I no global e tutti gli altri gruppi della sinistra, dalla rete Lilliput ai Disobbedienti, oltrechè quelli legati all’ambiente hanno preferito le incursioni mordi e fuggi in altri punti della città. Ma le attenzioni sono tutte rivolte alla manifestazione di oggi, che partirà da Porta Maggiore per attraversare tutto il centro storico. Che si manifesti contro le politiche dei grandi che puntano all’appiattimento delle identità, alla globalizzazione della povertà e del lavoro precario, al mercato libero e alla supremazia del potere economico è più che giusto. Ma che si manifesti a favore della globalizzazione delle braccia ovvero a favore dello spostamento di milioni di persone da un Continente all’altro e da un Paese all’altro questo è assolutamente sbagliato. E’ proprio quello che vogliono i grandi sfruttatori del G8 e soprattutto i potentati economici d’Oltreoceano. Più migrazione, più braccia da sfruttare e meno diritti sociali. Ma questo i partiti della cosiddetta sinistra radicale e i movimenti antagonisti non lo capiscono proprio. Vivono perennemente inchiodati al leit motiv del razzismo e della xenofobia, da affibbiare ora all’uno ora all’altro schieramento. Anche se l’obiettivo prediletto resta sempre il governo Berlusconi.
Al vertice europeo della Capitale sulla criminalità e sull’immigrazione hanno preso parte ben 16 rappresentanze degli Stati membri. Arbitro del campo il commissario europeo Jacques Barrot, coadiuvato dai guardalinee Ronald Noble, segretario generale di Interpol e da Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell’Unodc.
Nella prima parte della giornata si è dunque discusso su come affrontare il tema della criminalità organizzata e su come colpire i loro patrimoni illecitamente acquisiti; mentre nella seconda parte il tema dominante è stato quello migratorio. Sul primo obiettivo, il ministro dell’Interno Maroni ha fatto il punto sulla proposta condivisa da tutti, che punta principalmente sui patrimoni dei mafiosi.
“‘Nel 2008 -ha sottolineato il ministro- abbiamo triplicato gli importi sequestrati alla mafia rispetto al 2007, oltre 4,3 miliardi di euro: soldi che vengono tolti alla mafia e messi subito a disposizione dei cittadini e della comunità. Il contrasto preventivo al traffico di droga, di armi, di esseri umani, deve essere accompagnato dall’aggressione ai patrimoni mafiosi”. Mentre sull’altro fronte della guerra ai clandestini la situazione non è meno complessa.
L’Italia come la Spagna e la Grecia sono i paesi maggiormente colpiti da questo fenomeno dei clandestini provenienti dai paesi dell’est, dal sud-america e soprattutto dal Corno d’Africa. Con la politica dei respingimenti attuata dal governo italiano, grazie all’accordo con la Libia, qualche miglioramento si è visto. Ma nonostante ciò le politiche migratorie dei due schieramenti sono pressoché identiche… nello sfruttamento delle braccia, in agricoltura, in edilizia e in casa, come badanti e come domestiche. L’unica differenza è che il governo di centrodestra la vuole attuare con qualche controllo in più. Ma è solo parvenza.
Non va dimenticato che il precedente governo Berlusconi fece la più grande sanatoria di clandestini, oltre 700 mila.

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