inv RICERCA 
inv
inv
rinascita.Info
inv
inv
L'EUROPA, UNA VOLONTÀ UNICA, FORMIDABILE, CAPACE DI PERSEGUIRE UNO SCOPO PER MIGLIAIA DI ANNI. NIETZSCHE
inv
inv
inv
inv
PAGINA PRINCIPALE > ACCESSO :: LIBERO
inv
Mondo
inv

La disfatta americana nei Balcani

invia
Sabato 13 Settembre 2008 – 14:53 – Michele Altamura stampa
La disfatta americana nei Balcani



Dopo la visita di Hol-brooke a Pristina il clima in Kosovo è certamente un po’ teso, considerando che sono stati toccati dei nervi scoperti. A questo punto i politici Kosovari si sono chiesti se gli accordi che l’inviato americano ha fatto con il popolo del Kosovo, per nome e per conto dell’America, siano proprio come quelli fatti con Karadzic. È ovvio che la negazione improvvisa di accordi segreti, sui quali sono state prese di conseguenza delle importati decisioni politiche, preoccupa anche i Kosovari, tormentati dal dubbio che la storia possa ripetersi anche con loro.
Holbrooke, che si è affaticato tanto a fare incontri a porte chiuse, a parlare nelle conferenze pubbliche di “status assicurato”, facendo delle raccomandazioni scontate ma inusuali, ma cosa avrà mai voluto dire al Kosovo? I fatti suggeriscono un’univoca interpretazione dei fatti, confermata anche dagli strani movimenti all’interno della politica serba che infondono una certa perplessità, soprattutto dopo la decisione di Nikolic di creare un altro gruppo di deputati al di fuori della linea di Seselj. Questo punto è molto critico, che suggerisce la domanda successiva, ossia perché Seselj verrà probabilmente liberato dall’Aja alla fine dell’anno?
Dopo la scissione interna al Partito radicale, che ha portato alle dimissioni da vice presidente dell’SRS (Partito Radicale di Serbia) Tomislav Nikolic rifiutatosi di ricevere ordini da Seselj, si parla della possibilità di creare un nuovo partito composto dagli stessi radicali. L’idea è stata lanciata proprio da Nikolic, affermando subito dopo le sue dimissioni che “il congresso del partito radicale dovrà essere riconvocato per verificare se la maggioranza è in grado di supportare le mie idee per il futuro di partito radicale”. Pur ammettendo di aver smesso di prendere ordini da Seselj, precisa che non lascerà certo il partito radicale, ma che anzi ha deciso di fare una coalizione parlamentare radicale che chiamerà “Forza Serbia”. Un gruppo composto da 17 deputati radicali, che avrà sicuramente nelle sua fila un componente in più, ossia Aleksandar Vucic. Quando tuttavia sarà annunciato ufficialmente che anche Vucic ha scelto Nikolic, sarà sicuramente cambiato il clima politico, in quanto anche gli altri 40 deputati potranno entrare nel gruppo “Forza Serbia” , nell’ipotesi che creino all’interno del Parlamento una maggioranza che seguirà la linea politica di Nikolic. Il vice presidente di partito, che in questo momento è Dragan Todorovic, rassicura i giornalisti che non vi è nessuna rivoluzione all’interno dello schieramento, ma solo “un paio di traditori”. Aggiunge tuttavia che proprio in occasione del congresso dei radicali, si deciderà anche sul tradimento dello stesso Nikolic e dei compagni che dovranno essere esclusi.
Su tali presupposti Nikolic, insieme ad altri, potrà fondare un altro partito in un momento successivo.
Un partito che emigrerà dalla estrema destra, ad un centro-destra conservativo, che potrà parlare e discutere anche con gli altri partiti di tutto ciò che non è piaciuto molto al presidente Seselj, né ai suoi stretti collaboratori che lo difendono all’Aja. “Se Seselj vuole, io rimarrò nel team della sua difesa - dichiara il Generale Bozidar Delic, avvocato del team della difesa presso L’Aja e aggiuge - ricordo le parole di Seselj, quando ha fondato questo partito ha detto anche che lo avrebbe distrutto”. Delic, pur rispettando Seselj come leader, conferma che comunque ha commesso un errore nell’accettare le dimissioni di Nikolic, ponendosi il dubbio che le stesse informazioni giunte all’orecchio di Seselj siano state manipolate, o comunque “riportavano le cose come forse non sono”, conclude Delic.
Sicuramente qualcosa sta cambiando, e quei poteri che hanno formato la Serbia democratica, si stanno rendendo conto che questi politici - sino ad oggi fidati compagni - non sono più rappresentativi dei loro interessi, e devono comunque cercare di convincere una certa ala a mangiarsi i pezzi dell’opposizione filo-russa.
Secondo fonti ben informate, il teorema “Seselj libero dall’Aja”, è molto plausibile, non da escludere, e qualcuno giura anche sia inevitabile… Cosicché la scaramuccia tra Nikolic e Seselj è solo una cosa da chiudere bene presto, in modo da far ripartire i giri di consultazione americana, per convincere i kosovari che non sono “Ossezia del Sud” o “Abkhazia”. Ma in fin dei conti quanto vale la parola americana?
Forse lo sa bene Saakashvili, a cui avevano assicurato una guerra vinta e i più grandi media alla sua corte, ritrovandosi invece un Paese diviso e la derisione dal pubblico mondiale.
Può rispondere anche Karadzic, che si è visto negare su due piedi dei patti fondamentali per la realizzazione della pace bosniaca e la vittoria diplomatica degli Stati Uniti nei Balcani. Dopo che ormai tutti hanno capito che vi era gli stessi americani a proteggere Karazic, persino Carla del Ponte e la sua portavoce Hartmann, quanto saranno presi oggi in considerazione...

inv
inv archivio :: abbonati :: inv
inv invinv^ inv
inv
In Primo Piano :: libero
continua :: libero ::
inv
Gli ultimi 5 titoli :: libero
prima pagina ::
inv
Gli ultimi 5 titoli :: abbonati
  • Prossimamente
continua :: abbonati ::
inv inv inv
inv
inv
© rinascita soc. coop. ed. a r.l. - 2002–'07
inv
inv invinv
inv
inv
inv