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Nude per un lavoro

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Sabato 6 Settembre 2008 – 13:21 – Decio Siluro stampa
Nude per un lavoro

Il precariato è una piaga vasta e profonda del mondo del lavoro italiano, un sacrifico umano consumato sull’altare del profitto e della globalizzazione. I governi di sinistra guidati da Prodi, per conto della razza padrona (nostrana e non), hanno segnato la via, poi allegramente seguita anche dai governi di centrodestra. Il giocattolo si è però ora rotto e quella che venne presentata come una svolta necessaria per rendere il mercato del lavoro più flessibile e competitivo con il resto del mondo si è manifestata per quel che è: una condizione umana e sociale depressa e deprimente che genera continuamente povertà e lascia i lavoratori alla mercé del padrone di turno.
Se ne è accorto anche Berlusconi che ha dovuto inserire nel suo programma di governo anche qualche paragrafo al riguardo. La soluzione proposta dal Cavaliere sembra però alquanto stravagante ed infatti da più parti si riscontrano interpretazioni inquietanti; in pratica si vuole risolvere il problema precariato semplicemente… licenziando i precari.
E’ quel che è successo a Legnano dove il locale ospedale ha licenziato le sue centraliniste, prime vittime della Legge Brunetta, dopo sei anni di lavoro interinale. Undici donne, dieci diplomate ed una laureata in scienze politiche, rimaste improvvisamente disoccupate. Della vicenda si sarebbe parlato ben poco, che volete che siano undici esistenze di fronte alle migliaia minacciate in questi giorni dai tagli Alitalia, se non fosse che le intraprendenti ex centraliniste, 35 anni di età media, hanno dato vita ad una insolita protesta. Ieri mattina sono salite sul palco del teatro della Cooperativa di Milano e dopo una conferenza stampa hanno eseguito un annunciato spogliarello integrale, ancorché velato da un lenzuolo bianco retroilluminato. Proprio la notizia dell’insolito streap tease ha richiamato in sala un gran numero di giornalisti, cameramen e fotografi (forse anche loro in gran parte precari) e così la notizia è stata passata da tutte le agenzie di stampa.
Anzi, l’ospedale stesso, in extremis, ha cercato di evitare lo spettacolo offrendo alle ex precarie di entrare in una cooperativa che ha in appalto la pulizia dell’ospedale ed una di loro (la più graziosa?) ha persino ricevuto un’offerta di lavoro da un’azienda di Segrate ed in calendario c’è anche un incontro con Ezio Casati, l’assessore alle Attività economiche, che ha chiesto di incontrarle.
Che significa tutto questo? Che solo chi avrà fantasia nella protesta riuscirà a conservare un lavoro?
Non vogliamo vedere più spettacoli di questo genere e la soluzione al problema “lavoro” non passa certo per un palcoscenico. Lo Stato deve cambiare le regole del gioco, ma per far questo non esistono scorciatoie: bisogna abbandonare l’economia turbo capitalista e passare ad un’economia socialista. Ma con i Berlusconi o Veltroni in circolazione vedremo certo molti altri corpi nudi. Speriamo almeno che siano belli.

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