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La rinascita dell'energia bulgara

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Venerdi 12 Settembre 2008 – 15:03 – Alketa Alibali stampa
La rinascita dell'energia bulgara



“La Bulgaria sta iniziando una politica attiva energetica, che farà di lei uno dei più importanti player energetici sia all’interno del mercato europeo che all’interno della Regione”, ha dichiarato il ministro dell’Economia e dell’Energia Peter Dimitrov in occasione della cerimonia ufficiale di inaugurazione dei lavori per la costruzione della seconda centrale atomica di Belene. Alla cerimonia era presente anche il premier Sergey Stanisev che ha definito la centrale di Belene come il più grande progetto industriale nel Paese degli ultimi 18 anni, che darà all’economica bulgara una diversa e più chiara prospettiva futura. “E’ un progetto estremamente importante per il futuro dell’energia bulgara. La centrale atomica di Belene apporterà un grande contributo allo sviluppo della Bulgaria come Stato moderno e tecnologico, ma anche come Paese indipendente dal punto di vista energetico - afferma il Premier Stanisev, aggiungendo inoltre che - il progetto gode del totale appoggio della Commissione europea, superando i rigidi controlli per la sicurezza ecologica e sismica dei reattori di terza generazione”. All’interno della centrale di Belene verranno istallati due reattori di 1.000 Mw ciascuno con caratteristiche tecnologiche appartenenti alla terza generazione, che risponderanno ai criteri dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) e con un periodo di sfruttamento di circa 60 anni, nonché del trattato della Comunità europea per l’energia atomica (Euratom).
Il progetto della russa AtomStroyExport (ASE) richiederà un investimento di circa 4 miliardi di euro e sarà costruita da un consorzio composto dalla Compagnia nazionale elettrica (Nek), che sarà l’azionista principale con il 51%, e un investitore strategico che sarà designato nel mese di ottobre che deterrà il 49% della centrale. Al momento, i candidati con i quali la Nek sta negoziando sono la tedesca RWE Power e la belga Electrabel, tuttavia non è da escludere che vi siano investitori russi. Il ministro dell’Economia e dell’Energia, Peter Dimitrov ha accennato che tra i candidati vi era sicuramente Vladimir Putin che, nel corso della sua visita a Sofia nello scorso gennaio, aveva offerto circa 3.8 miliardi di euro, chiedendo di prendere in considerazione tale offerta nell’eventualità che “la Bulgaria non fosse riuscita ad ottenere nessun altro tipo di copertura”, come affermato dallo stesso ministro.
La AtomStroyExport ha individuato come principale subcontractor il consorzio tra il gruppo francese per l’energia nucleare Areva e il consorzio tedesco Siemens, che dovranno così curare un progetto dalla portata colossale, se si pensa che verranno impiegate circa 10 mila persone, mentre il personale che lavorerà alla sua gestione sarà costituito da 2 mila tecnici, “cioè una persona per ogni Mw”, scherza il presidente della compagnia “Atomstrojeksport” Leonid Reznikov. “Stiamo dando il via ad uno dei progetti più unici di alta tecnologia, che porterà l’economia della Bulgaria ad un livello superiore, assicurando il suo prossimo futuro - afferma Reznikov secondo il quale - Belene diventerà una delle centrali più sicure al mondo, non rischiose ed economicamente efficienti”. L’ordinazione degli equipaggi necessari per la nuova centrale avverrà verso la fine di quest’anno, in quanto, come ha spiegato il ministro dell’economia e dell’energia Peter Dimitrov, grazie alla rinascita nucleare molte aziende sono in attesa di ordinare dei generatori nucleari. Ad ogni modo si tratta di una centrale che giunge ad una sua realizzazione dopo anni di trattative e studi di fattibilità, a partire dagli anni ’80, per arrivare alla fine dei lavori entro il 1994, cosicché sino ad oggi avrebbe prodotto energia pari a circa 8 o 10 miliardi di euro, come osservato dal ministro Dimitrov, calcolando la perdita subita dalla Bulgaria con la sospensione del progetto in seguito all’esplosione di Cernobyl. A suo parere, la probabilità di un incidente all’interno dei nuovi reattori è praticamente pari a zero, tale che la nuova centrale atomica verrà inclusa nel sistema energetico della Bulgaria nel 2013. “A causa del fatto che la Bulgaria è uno Stato povero di risorse, la componente energetica su cui può fondare il suo rilancio economico è proprio il nucleare - afferma Dimitrov che, per consolidare la sua teoria continua affermando - l’anno scorso abbiamo sostenuto una spesa di circa 35 milioni di euro per importare della materia combustibile nucleare, mentre le importazioni di petrolio sono costate al bilancio bulgaro oltre 500 milioni di euro. Da questo punto di vista, la materia combustibile nucleare è la fonte più conveniente dal punto di vista economico nonché la più sicura e dal minor impatto ambientale”.

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