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Presagi di nuove guerre in salsa americana

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Sabato 13 Settembre 2008 – 14:50 – Andrea Perrone stampa
Presagi di nuove guerre in salsa americana



La candidata repubblicano alla vicepresidenza, Sarah Palin, minaccia apertamente la Russia ed esalta la dottrina Bush per la democrazia export e la lotta al “terrorismo internazionale”.
In un’intervista televisiva alla Abc News, in cui la Palin (44 anni) è apparsa a momenti titubante e impacciata, ha affermato apertamente che gli Stati Uniti puntano all’estensione della Nato a tutti i Paesi dell’ex Unione Sovietica e se la Russia osasse invadere nuovamente la Georgia sarebbe inevitabile l’intervento armato degli Usa.
Al giornalista dell’emittente, Charles Gibson, che ha ottenuto in esclusiva l’intervista la candidata repubblicana ha dichiarato di essere pronta a ricoprire l’incarico che gli è stato offerto e di “non aver avuto alcuna esitazione”.
La governatrice dello Stato dell’Alaska si è rivolta con le sue parole all’America profonda degli elettori conservatori in attesa dell’Armageddon, eterodiretti dai vari telepredicatori cristiani e/o protestanti, tentando di fare breccia nel loro cuori con parole ad effetto. “Penso - ha dichiarato la Palin - che vi sia grande speranza e grande potenziale per ogni paese per vivere e veder protetti i suoi diritti inalienabili che sono dati da Dio. Credo che questi siano i diritti alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità. Questo, a mio giudizio, è il grande piano del mondo”.
Un esplicito riferimento ai tre principi esposti nella Dichiarazione d’Indipen-denza americana a cui tutti, secondo Washington, dovrebbero uniformarsi e per cui gli Usa sarebbero destinati ad esportare la loro american way of life a suon di bombe più o meno intelligenti per garantire i “diritti dell’uomo”.
Ma nel corso del colloquio la candidata ha soprattutto dimostrato di non aver paura a entrare nel vivo delle questioni internazionali più delicate sottolineando quelle che sono le attuali linee di tendenza della politica estera statunitense e affermando apertamente che: “Ucraina e Georgia meritano di entrare nella Nato”. Ancora più inquietante sono state le sue affermazioni riguardanti l’eventualità in cui Tbilisi fosse parte dell’Alleanza Atlantica o se Mosca invadesse uno Stato membro della Nato - a detta della Palin - gli Usa potrebbero entrare in guerra con la Russia, poiché questo costituirebbe l’accordo che viene preso quando si è membri della Nato. In sostanza sono le sue parole: “Se un altro Paese è sotto attacco, ci si aspetta che tu sia chiamato ad aiutarlo”. Palin ha poi proseguito facendo riferimento ai piccoli Paesi democratici invasi da superpotenze che - a suo dire - costituiscono qualcosa su cui è necessario vigilare. “Dobbiamo essere consapevoli - ha chiosato la governatrice dell’Alaska - di quali sono le conseguenze se una superpotenza è in grado di conquistare un piccolo Paese democratico”.
Dichiarazioni contraddittorie rispetto a quella che è la storia dell’impero a stelle e strisce, visto che a partire dalla fine del XIX sec. gli Usa non hanno mai mancato di intervenire militarmente in ogni Paese, grande o piccolo che sia, per potersi espandere a loro piacimento nei quattro angoli del mondo.
Di seguito la candidata ha puntato invece al finto pacifismo e alla demonizzazione dell’avversario affermando come sia necessario “mostrare il nostro sostegno” alla Georgia, “per esempio con sanzioni economiche contro la Russia, se è necessario. Tutto ciò non deve necessariamente portare a una guerra, e nemmeno a una guerra fredda, ma le sanzioni e la pressione diplomatica, contando sull’aiuto dei nostri alleati, fanno parte del nostro compito di controllare la Russia di Putin e il suo desiderio di estendere il suo controllo”. Più avanti, nel corso dell’intervista, la candidata alla vicepresidenza è apparsa in imbarazzo quando ha chiamato in causa Abramo Lincoln per difendere la guerra in Iraq, in cui gli Stati Uniti si sono impantanati da più di cinque anni. È stato proprio il giornalista a riprendere una dichiarazione della Palin quando aveva detto la settimana scorsa che il governo ha inviato i soldati Usa a Baghdad per adempiere ad un compito divino, chiedendo di spiegare se l’America stia combattendo una guerra santa in Iraq. Domanda a cui la candidata ha risposto: “Citavo Abramo Lincoln” che diceva di “non pregare di avere Dio dalla nostra parte in guerra, ma di essere dalla parte di Dio”.
Ad un certo punto della conversazione la Palin ha tirato in ballo anche Israele sostenendo che l’entità sionista ha tutto il diritto di difendersi contro le minacce armate di Teheran e si è detta convinta con John McCain che Tel Aviv potrebbe agire per garantire la sua esistenza. L’Iran, secondo la candidata repubblica seguendo un copione ormai noto, rappresenta una minaccia non soltanto per Israele ma per tutto nel mondo. Quando il giornalista gli ha chiesto se lei fosse d’accordo in via di principio con la dottrina Bush, riguardo all’idea che gli Stati Uniti hanno il diritto di colpire preventivamente un altro Paese prima di essere attaccati, la Palin ha dichiarato espressamente: “Abbiamo tutto il diritto di difenderci”. A cui sarebbe necessario rispondere ricordando che gli Usa non hanno mai subito un attacco esterno visto che dalla nascita degli Stati Uniti, i gendarmi d’oltreoceano hanno sempre agito per perseguire i loro interessi imperiali, assumendo così un dominio planetario che nella storia dell’umanità non si è mai visto.

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