Il Parlamento europeo ha detto sì alla risoluzione che chiede ai Ventisette di considerare l’eventualità di boicottare la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Pechino 2008. Ieri, una risoluzione congiunta e non vincolante è stata approvata da 580 voti a favore, 24 contrari e 45 astensioni, dopo diverse deliberazioni presentate dai più importanti gruppi parlamentari europei. Fuori dal coro la destra euroscettica che ha votato contro la risoluzione. L’Assemblea di Strasburgo ha chiesto ai Paesi membri di vincolare la partecipazione all’inaugurazione dei Giochi Olimpici da parte dei leader dell’Ue, solo alla ripresa del dialogo tra le autorità cinesi e il Dalai Lama sulla delicata situazione in Tibet. L’Europarlamento, inoltre, “condanna fermamente la brutale repressione dei dimostranti tibetani da parte delle forze di sicurezza cinesi e di tutti gli atti di violenza avvenuti” e richiede un’indagine “indipendente” sui tumulti di Lhasa e in Tibet, sotto l’egida dell’Onu. Avantieri, Gordon Brown, il primo ministro britannico aveva reso noto che non parteciperà alla cerimonia d’apertura prevista per il prossimo 8 agosto, mentre George W. Bush ha ovviamente confermato la sua presenza. Samdong Rinpoche, il primo ministro tibetano in esilio, ha esortato i suoi cittadini a non ostacolare il passaggio della fiaccola a Nuova Delhi, previsto per il prossimo 17 aprile, poiché “il Dalai Lama sostiene le Olimpiadi”. Il capo spirituale ha confermato, infatti, il suo sostegno alla manifestazione sportiva, asserendo che Pechino merita i Giochi “nonostante gli spiacevoli eventi in Tibet”, e ha ribadito il suo desiderio di “un’autonomia genuina e non lo Stato indipendente” per il Tibet. Va ricordato però, che il leader religioso un tempo richiedeva l’indipendenza della regione himalayana, ora invece, ne appoggia l’autonomia regionale nel contesto della Cina. Una virata politica certamente non condivisa dalla totalità dei tibetani, ma che collima con gli interessi strategici degli Stati Uniti dove, guarda caso, nei prossimi giorni è atteso il Dalai Lama. Mentre il percorso della fiaccola olimpica incontra continue difficoltà, proteste e minacce di defezioni, risulta sempre più difficile concepire questi Giochi Olimpici come un evento puramente sportivo: da anni è sempre più evidente la rete degli interessi economico-politici e commerciali che si celano dietro le grandi multinazionali (statunitensi in primis) che intendono conquistare nuovi mercati, possibilmente popolosi e dal potenziale immenso come quello cinese.
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