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Al voto per un peluche

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Martedì 8 Aprile 2008 – 11:57 – Decio Siluro stampa
Al voto per un peluche

Le polemiche sulle prossime elezioni si stanno concentrando sui contenuti. Detta così sembrerebbe una cosa buona: finalmente si parla di programmi. Macché, i programmi sono la solita fotocopia l’uno dell’altro ed a guardare la pioggia di promesse degli ultimi giorni, nessuno può essere veramente convinto di poterli poi rispettare. I contenuti oggetto delle polemiche sono solamente quelli relativi all’organizzazione materiale delle schede: in pratica si discute su come sono posizionati i simboli.
Da più parti - il centrodestra tutto, ma anche qualcuno del centrosinistra è sulle stesse posizioni - si asserisce che molti elettori potrebbero fare errori e quindi correre il rischio di vedere annullato il proprio voto.
La sceda contestata è in realtà del tutto simile a quella delle elezioni 2006, che nessuno contestò: la differenza sta nel fatto che allora ognuna delle due coalizioni occupava un intero rigo, mentre oggi ci sono tutti simboli singoli e i due gemellini, il Pd con Di Pietro e il Pdl con la Lega al nord e con il movimento per le autonomia al sud. C’è da dire che i simboli così vicini potrebbero in effetti creare più di un problema agli elettori, soprattutto a quelli più anziani. La legge dice che dovrebbe essere tutelata la volontà evidente dell’elettore (per esempio in caso di segno che sborda in un altro), ma la stessa legge invalida ogni segno di riconoscimento sulla scheda ed alla fine saranno gli scrutatori a fare la differenza interpretando di volta in volta il voto.
Il Pci aveva un tempo un vero e proprio esercito ben motivato e preparato da schierare ai seggi. Oggi non c’è più la militanza di una volta, ma la macchina organizzativa del Botteghino resta imponente. Berlusconi lo sa bene e per questo sembra intenzionato a schierare anche lui ben 120.000 scrutatori, resta da capire quanto preparati e, soprattutto, quanto motivati.
Se il risultato finale sarà “stretto” potrebbero risultare determinanti proprio le scelte dei seggi sui voti contestati o contestabili. Tralasciamo poi quel buco nero ad elevato rischio di irregolarità rappresentato dal voto degli italiani all’estero.
Alla fine non vogliamo dire che è una gara a chi fa più brogli, termine peraltro usato apertamente da Berlusconi questi giorni, ma è quanto meno una gara a chi subisce “meno torti”, a chi tutela meglio la volontà dei suoi elettori. Elettori che certo non hanno letto i programmi, perché altrimenti avrebbero dovuto affidarsi al sorteggio per decidere tra liberisti di centrodestra e liberisti di centrosinistra. E pensare che Bossi ha parlato di fucile per difendere le sue schede. Caro Senatur, lascia stare il fucile, che è una cosa seria. Ma forse si riferiva a quello del luna park: chi fa centro vince un pupazzo di peluche. Lunedì sera sapremo se il pupazzo avrà la faccia di Veltroni o di Berlusconi.

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