Stato di allerta, a Potsdam (Berlino), per la prima teatrale, questa domenica, dei Versi satanici tratto dal romanzo dell’anglo-indiano Salman Rushdie. Come si ricorderà lo scrittore, per la sua rivisitazione onirica ed erotica di una storia della tradizione non ufficiale musulmana si attirò una condanna a morte per blasfemia, con una fatwa dell’ayatollah Khomeini, ancora in vigore. Se Berlino scherza col fuoco - la Germania è residenza di almeno due milioni di immigrati musulmani, e lo spettacolo è (quantomeno) islamico-sexy - e costringe la polizia tedesca ad allestire un vasto apparato di sicurezza e i media a gettare acqua sul fuoco con dichiarazioni tipo “al momento non ci sono indicazioni di pericolo”, all’Aja gli olandesi raddoppiano il rischio - con l’allarme dello stesso premier Balkenende - e merttono online il film-documentario, dai toni fortemente anti-islamici, Fitna. La programmazione in internet - www.liveleak.com - il cortometraggio è un’iniziativa del deputato di estrema destra Geert Wilders. I primi minuti mostrano le immagini di una copia del Corano aperta su cui è riprodotta la famosa vignetta che ritrae Maometto con la bomba nascosta nel turbante pubblicata due anni fa da un quotidiano danese e che sollevò manifestazioni, anche sfociate nel sangue, di protesta nel mondo musulmano. Poi scorre il testo di una sura che chiede ai fedeli di “terrorizzare i nemici di Allah”. Si passa dai fotogrammi sull’attacco alle Torri Gemelle a quelli dell'attentato alla stazione di Atocha a Madrid. Poi un Corano e, mentre le immagini si dissolvono per l'ultima volta, il rumore di una pagina strappata. Una voce spiega che non è una pagina del testo sacro, ma dell’elenco telefonico: “Non spetta a me ma ai musulmani strappare le pagine che fomentano l'odio”, si legge nella scritta che chiude il cortometraggio. Toni da crociata che non possono che rinfocolare i fondamentalismi contrapposti e lo spettro di nuove guerre di religione made in Atlantico.