E’ di 200 milioni di euro la fattura che l’Albania dovrà pagare per l’ingresso all’interno della Nato, probabilmente destinata all’acquisto di navi olandesi, aerei cechi e autoblindate. Durante il 2008, l`Albania spedirà per la difesa circa 21.6 miliardi di lek o 176 milioni di euro, di cui il 73% del fondo utilizzato per pagare stipendi, alimentazione e altre spese operative, mentre 47 milioni di euro circa saranno spesi per investimenti a lungo termine. Le spese per la difesa sono valutate intorno al 2% del Pil di quest`anno, ma si teme che l’intera somma non potrà essere impiegata totalmente. L’aumento delle spese militari deciso dell’Albania è stato dettato dall’aspettativa di un’adesione all’interno della Nato del tutto facilitata. Una proiezione che non ha avuto ancora un riscontro, considerando che nel corso del 2006 è stata raggiunta una spesa di 13.8 miliardi di lek, pari all’1.5% del Pil, mentre nel 2007 le spese si sono bloccate all’1.8% del Pil, in parte impiegati per spese operative. Il progetto è che fino al 2010 le spese per la difesa arrivino sino a 26.4 miliardi di lek, o 212 milioni di euro, e un quarto di questi dovranno essere utilizzati per investimenti. L’esercito albanese attuerà la riforma per la diminuzione del numero dei militari e l’ammodernamento dei mezzi. Dopo aver rinunciato ai carrarmati, aerei “MIG” e sottomarini di offensiva, il governo albanese si è rivolto alla Repubblica Ceca per ottenere aerei, all’Olanda per le navi e alla Germania elicotteri, destinati al trasporto dei corpi terrestri. Il ministero della Difesa ha sottoscritto così un accordo con la Repubblica Ceca per l’addestramento dei piloti albanesi, con aerei da guerra della marca “L159A”, che per il momento non rientrano nelle capacità finanziarie dell’Albania, se non nei limiti di un contratto di affitto, nell’attesa che l’economia albanese cresca al punto da riuscire a sostenere l`acquisto. Le Forze Aeree saranno composte da elicotteri di marca “BO105” e “MVBH”, di produzione tedesca, ottenute in regalo dal governo tedesco circa tre anni fa, anche se solo la riparazione è costata circa 10 milioni di euro, a quel tempo, quanto la metà degli investimenti totali della difesa. L`adesione alla Nato, inoltre, sottintende che la difesa aerea dell’Albania sia garantita da un altro Stato membro, come già accade per alcuni Stati della Nato che ricorrono alle forze dei Paesi grandi per supplire la mancanza di forze aeree. Ma il progetto più costoso della difesa albanese pare sia stato l`acquisto delle quattro nuove navi olandesi - destinate al pattugliamento di tutto il Mediterraneo - per un valore complessivo di 31 milioni di euro, di cui 11 milioni costituiscono una donazione da parte del governo olandese. A tali spese occorre aggiungere i costi relativi all’attuazione delle riforme del corpo militare, quali l’annullamento del servizio militare di leva entro il gennaio del 2010 per creare un esercito di professionisti. Dovrà essere attuata una selezione della forza lavoro, considerando che il settore attualmente impiega 14.500 persone; un numero questo che dovrà essere ridotto ulteriormente. Inoltre occorrerà fare una bonifica strutturale delle risorse già esistenti ormai obsolete, gli aerei “MIG” e i carrarmati sovietici saranno trasformati in ferrame, mentre i sottomarini di classe “Odesa” verranno sostituiti con navi veloci di pattuglia. Non bisogna infine dimenticare lo smaltimento dei proiettili, che tuttavia, come rilevato dai recenti eventi, ha alimentato un traffico di munizioni verso gli eserciti che ancora fanno uso delle armi sovietiche e cinesi. Volendo effettuare un confronto con gli altri Stati della regione attualmente candidati, come Croazia e Macedonia, è possibile affermare che si prepara anche per essi un pesante bilancio da sostenere. Dovranno infatti diminuire le loro Forze Armate, ereditate dai tempi della Guerra Fredda, per offrire agli eserciti alleati occidentali risorse più utilizzabili per scopi strategici. Le due ex repubbliche della Jugoslavia, possiedono inoltre l`eredità dell`Occidente e dell`Unione Sovietica, accumulata nel corso della guerra della Nato. La Croazia, in particolare mira a portare a 2 miliardi di euro il suo bilancio di investimento, attualmente pari al 2,39% del Pil, in quanto mantiene delle forze militari sovradimensionate e si trova nell’impossibilità di portare a termine una riforma per i veterani di guerra serbi. Ha già attuato, tuttavia, una legge per eliminare il servizio militare obbligatorio a partire dal I gennaio cercando di diminuire ulteriormente il suo esercito sino a 16 mila militari professionisti. Ha già acquistato mezzi blindati dalla Finlandia durante lo scorso anno e pianifica di acquistare una dozzina di aerei durante quest`anno, mentre si prepara ad acquistare navi da guerra da difesa sulla lunga linea costiera di 800 chilometri. Per quanto riguarda la Macedonia, il governo macedone ha deliberato la sospensione del servizio di leva nel 2006, abbassando il numero dei militari a 7.800. Il suo esercito risulta essere poco adeguato per le esigenze delle guerre occidentali moderne, tenendo conto che utilizza mezzi sovietici per la maggior parte obsoleti, ancora di produzione sovietica, e ha dimostrato, negli scontri del 2001 con le guerriglie albanesi, di non riuscire a controllare questo tipo di attacco.
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