Forza Italia ed Alleanza nazionale si preparano a scimmiottare Quercia e Margherita dando vita ad un partito unico. La strada che porta le due principali formazioni del centrodestra a dar vita al Popolo della libertà sembra ormai segnata, anche se ovviamente non mancano contrasti tra le varie forze coinvolte nel progetto, oltre ai due grandi anche una piccola pattuglia di cespugli comprendente tra gli altri la Nuova Dc di Rotondi, i Socialisti riformisti di Robilotta e Alternativa sociale di Alessandra Mussolini. Nel fine settimane era tornato ad indicare ai soci la strada da seguire il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri. Secondo il post fiuggino bisogna infatti lavorare a pieno ritmo perché questa nuova formazione sia operativa già dalle prossime settimane. Ovviamente l’appello lanciato dall’ex ministro delle Comunicazioni non cade certo nel vuoto visto che subito sodali ed alleati lanciano la loro proposta per rendersi utili. Il primo a replicare è il reggente di An Ignazio La Russa che, nonostante le incombenze derivanti dal ministero della Difesa, trova il tempo per pensare al futuro politico del centrodestra mettendo subito le cose in chiaro. “Il leader - sottolinea - è Berlusconi, non necessariamente serve un segretario. Perché é stato riconosciuto dagli elettori. Tra l’altro Fini, in questa fase, non ambisce alla guida del Pdl altrimenti non avrebbe fatto la scelta istituzionale”. Sicuramente questa nuova formazione non vivrà certo della luce riflessa dal suo uomo di punta ma avrà anche un gruppo dirigente, seppur ristretto. Affrontando, poi, il tema dello statuto, il numero uno di Palazzo Baracchini ammette che i due partiti sono già al lavoro e che partendo da un confronto tra i due testi si terranno le parti comuni, ed intorno a queste verrà poi stilato tutto il resto. “La volta scorsa - conclude La Russa facendo un parallelo con la svolta di Fiuggi - passammo dalla casa del padre a una nuova famiglia. Ora passiamo da una casa a una casa più grande”, mentre per quanto riguarda confluenze eventuali chi vorrà aderire dovrà solo impegnarsi a rispettare valori e principi. Per quanto riguarda Forza Italia tocca a Francesco Giro, commissario del partito in quel di Roma, illustrare le aspettative degli azzurri. A suo dire “il Pdl non ha bisogno di reggenti. Al contrario occorre un forte senso della collegialità perché il nuovo partito ha bisogno di regole precise e queste andranno costruite insieme nel comitato costituente coordinato da Verdini e La Russa”. Leggermente diverso il pensiero dell’ultrademocristiano Gianfranco Rotondi, che appare più che altro preoccupato dalla possibilità di diventare la ruota di scorta del nuovo centrodestra. “I leader del Pdl sono Berlusconi e Fini, ma proprio per questo un segretario serve. Siamo tutti al governo e nelle istituzioni, sarebbe negativo se il partito si identificasse solo col nostro lavoro”, chiosa il ministro per l’Attuazione del programma.
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