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Gheddafi dà udienza alle imprese

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Sabato 13 Giugno 2009 – 10:37 – Fabrizio Di Ernesto stampa
Gheddafi dà udienza alle imprese



Continua la visita romana di Muammar Gheddafi.
Dopo aver incontrato, tra gli altri, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, venerdì il Colonnello ha indirizzato i suoi incontri su un binario più imprenditoriale, tanto che è stato a colloquio con il gotha di Confindustria. Ad attenderlo in Viale dell’Astronomia una folta platea di imprenditori italiani pronti a strappare al leader libico un qualche accordo di tutto vantaggio.
Oltre ad Emma Marcegaglia, presidente degli industriali nostrani, hanno parlato con il numero uno di Tripoli anche l’amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, quello di Enel Fulvio Conti, il presidente e ad di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, il numero uno di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti e il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei. Presente, inoltre, anche una delegazione di imprenditori libici.
L’uomo che guida la Libia da quaranta anni ha fatto grandi promosse al mondo industriale tricolore, tanto da assicurare che “le imprese italiane avranno la priorità in Libia”, un impegno che si è assunto davanti a ben seicento imprenditori italiani, promessa resa ancora più impegnativa con quanto ha aggiunto sul fronte del fabbisogno energetico; in questo campo ha sottolineato che il suo Paese non favorirà altre nazioni a spese di Roma osservando: “Il 75% del fabbisogno energetico dell’Italia è soddisfatto dall’estero. La maggior parte viene dalla Libia. L’Italia ha gran bisogno della Libia”. Riguardo alle prospettive e alle potenzialità delle aziende italiane in Libia, “non abbiamo bisogno di portare altre imprese. Ci bastano le imprese italiane. Questa è la priorità che abbiamo concordato” ha poi aggiunto.
Sa da un lato quindi porte aperte a tutti quegli italiani pronti ad investire in Libia, dall’altro ha lanciato un duro monito a coloro che pensassero di poter fare i furbi andando a danneggiare il suo Paese, visto che lo stesso Gheddafi è fin troppo categorico nel mettere in guardia la platea.
“Ci sono - ha affermato - imprese che sbagliano pensando di lavorare guadagnandosi la benevolenza dei libici. Ma se lo scopriamo queste imprese andranno via”.
Il Colonnello spiegando meglio il senso delle sue parole, ha ricordato che tra le finalità della rivoluzione che lo ha portato al potere vi era non solo la lotta al colonialismo, ma anche quella contro la corruzione lanciando poi un sinistro monito: “L’impresa che vincerà è solo quella che soddisferà il popolo libico. Non dite di essere all’oscuro, vi ho avvertito”.
Dal Colonnello sono poi arrivate parole di elogio per il suo amico Berlusconi ed il governo di centrodestra spiegando che se in Italia al governo ci fosse la sinistra “le fortune delle imprese sarebbero minori”, assicurando che finché questa maggioranza sarà in carica gli industriali avranno sempre maggiori opportunità.
Il leader libico si è poi lanciato in un ardito paragone definendo gli imprenditori “soldati della nostra epoca”, in quanto veri e propri pionieri della battaglia per rispondere alle esigenze vere della gente ovvero “avere cibo, casa, ospedali, scuole e strade”; parole queste che fanno supporre che l’ultraliberismo dominante in occidente sia ormai prossimo a prendere il sopravvento anche in Africa, visto che in uno Stato appena decente ed attento ai bisogni dei cittadini queste sono necessità primarie che dovrebbero essere garantite dai governi.
Incurante di ciò però il numero uno di Tripoli non si è fermato ed è andato avanti nel suo astruso ragionamento aggiungendo: “I popoli italiano e libico vogliono toccare con mano quello che fate nel loro interesse. È nostro compito preparare le condizioni per agevolare il vostro lavoro. E ora che gli ostacoli e gli sbarramenti tra Italia e Libia sono stati rimossi, l’impegno all’amicizia e alla collaborazione è una cosa sacra che va rispettata”.
Il discorso di Gheddafi, esaltazione del liberismo ed aperture molto importanti al mondo dell’impresa, ha ovviamente entusiasmato tutta Viale dell’Astronomia, in particolare la Marcegaglia che ha osservato: “Siamo a una svolta che ci porterà a una intensa collaborazione bilaterale”, ricordando anche come segnali di apertura fossero arrivati già in una sua recente visita a Tripoli finalizzata alla creazione di una zona franca interamente dedicata alle imprese italiane.
Rispondendo poi ad una domanda relativa alle indiscrezioni degli ultimi giorni che vogliono i fondi libici interessati ad Eni ed Enel, in particolare Enel green power su cui hanno messo gli occhi anche i cinesi della Cic, la Marcegaglia si è limitata a confermare l’ovvio, ovvero che la Libia è molto interessata a rafforzare la sua presenza nelle principali imprese italiane, puntualizzando che di questo però “non si è parlato”.
Nonostante la sviolinata fatta al governo in carica le parole del Colonnello hanno fatto breccia anche tra gli ex comunisti tanto che Pierluigi Bersani, responsabile economico del Pd, ha notato il nuovo scenario nei rapporti tra i due Paesi chiosando: “Credo che adesso questo scenario nuovo possa essere messo al concreto sul piano delle relazioni economiche lavorando con calma e tranquillità anche quando si saranno spenti tutti questi riflettori”.
Tra Gheddafi ed i suoi interlocutori quindi c’è stato un vero e proprio scambio di cortesie e complimenti che sembrano presupporre a nuovi e più stretti rapporti tra i due Paesi, anche se grazie a Fiat e al petrolio questi sono già molto sviluppati.
Tuttavia non vorremmo che l’invito del Colonnello a implementare il numero delle imprese tricolori sul suolo libico venga preso dagli imprenditori italiani come un invito a delocalizzare ancora di più, penalizzando nuovamente i lavoratori italiani, nostro atavico malcostume.

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