La decisione della Fiat di spostare parte della produzione da Cassino a Pomigliano d’Arco ha destato non poche preoccupazioni nella fabbrica del basso Lazio. A partire dal mese di agosto lo stabilimento campano dovrà produrre 200 Bravo al fine di mantenere alti i livelli produttivi e per evitare periodi di cassa integrazione. La scelta ha allarmato i sindacalisti e gli operai di Cassino che temono un danno per il loro stabilimento. Secondo Marchionne e il suo staff, così non sarà: il piano Fiat, infatti, prevede un rilancio generale delle aziende presenti sul territorio nazionale e proprio in quest’ottica vanno letti lo spostamento di produzione da Cassino a Pomigliano e l’investimento di 70 milioni di euro per modernizzare quest’ultimo stabilimento. Il cui direttore, Sebastiano Garofano, di recente, ha sottolineato come il fermo produttivo avutosi tra il 20 gennaio e il 29 febbraio scorsi, a causa di una partita di motori difettosamente assemblata in Polonia, ha provocato all’azienda un danno di circa 40 milioni di euro. Danno che, però, non dovrebbe avere ripercussioni sull’occupazione: con la produzione della nuova Bravo, infatti, il volume di vetture sfornate giornalmente salirà a 700 (a Pomigliano si producono già la 147 Gt e la 159) e in tal modo verranno tutelati anche i posti di lavoro. Ma è proprio questo l’argomento che sta facendo drizzare i capelli in quel di Cassino: spostando la produzione della Bravo ci saranno rischi per le tute blu del Lazio meridionale? Secondo i vertici aziendali no. Anche perché in loco, molto presto (ad agosto?), inizierà la produzione della nuova Delta. Resta, comunque, un’incognita: dal ciclo produttivo di Cassino sono usciti, sul finire dello scorso anno, 500 ragazzi o giù di lì che, quanto prima, dovrebbero rientrare in fabbrica. Ad oggi, però, ancora non se ne conosce il destino. Stando alle voci di ‘linea’, la sorte dei giovani interinali che non hanno avuto ancora il contratto di formazione (quello che dura due anni, la porta d’ingresso per il contratto a tempo indeterminato) è legato all’andamento del mercato: se la vendita delle automobili continuerà a salire allora, ovviamente, la mano d’opera sarà indispensabile. In caso contrario lo scenario tornerà ad essere quanto mai fosco e incerto. Con buona pace di quei giovani che speravano di essersi sistemati per sempre indossando la divisa della Fiat.
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