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Frontiere (s)cucite

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Martedì 30 Giugno 2009 – 13:05 – Decio Siluro stampa

Dalla mezzanotte di domenica scorsa l’Italia ha sospeso l’applicazione del Trattato di Schengen, ripristinando i controlli alle frontiere. Questa dovrebbe essere una delle misure di sicurezza attivate in vista del G8 dell'8-10 luglio a L'Aquila. La sospensione durerà infatti fino al 15 luglio ed in questo periodo chiunque entri o esca dall'Italia dovrà presentare un documento di identità valido.
Non è la prima volta che l’Italia sospende il Trattato di Schengen, misura analoga fu adottata anche nel 2001, durante il vertice di Genova; allora i controlli alle frontiere furono ripristinati per una sola settimana, dal 14 al 21 luglio, con evidenti scarsissimi risultati visti poi gli scontri che hanno avuto per protagonisti tanti black bloc arrivati dall'estero. Probabilmente per questo motivo stavolta hanno deciso di allungare a 18 giorni il periodo di sospensione del Trattato. Una misura probabilmente inutile e gli unici danneggiati saranno i cittadini qualsiasi che a causa dell’inasprimento dei controlli subiranno un aumento dei tempi delle procedure di imbarco negli aeroporti e lunghe code alle frontiere.
I “cattivi” di turno certo non si presenteranno alle frontiere in “divisa” da black bloc e tanto meno lo faranno in “comitiva” e sarà praticamente impossibile distinguerli dalle migliaia di turisti che quotidianamente giungono in questo periodo estivo in Italia. E certo non potranno bastare i cento specialisti di rinforzo onviati negli aeroporti e negli altri varchi di frontiera, quelli navali e terrestri, così come annunciato da una circolare della Direzione centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere del Dipartimento di pubblica sicurezza.
Inoltre ci sembra del tutto legittimo il diritto alla protesta contro il G8 che, in forma pacifica, qualsiasi cittadino o straniero voglia esercitare. Proprio in questi giorni la comunità internazionale sta attaccando l’Iran che sta giustamente tutelando il democratico esito elettorale dalla contestazione violenta di una minoranza ed ora si vogliono mettere lacci e lacciuoli per impedire una democratica protesta in Italia contro la riunione dei potenti del pianeta? Questa schizofrenica visione del diritto al dissenso ci sembra propria di una democrazia occidentale ormai decotta che continuamente sparla di libertà altrui ma poi cade nell’autoritarismo in casa propria.
Speriamo (ma ci crediamo poco) che questa inutile misura serva almeno a frenare per due settimane l’invasione di immigrati clandestini che, come sappiamo bene, solo in minima parte giunge sulle nostre coste a bordo delle carrette del mare, mentre in gran parte entra attraverso i normali valichi di frontiera con un passaporto valido ed un visto turistico, per diventare “clandestina” alla scadenza del visto, approfittando del lassismo italiano che non punisce praticamente mai questo comportamento illecito.

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