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Ma va là, le President...

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Venerdi 26 Giugno 2009 – 10:49 – Ugo Gaudenzi stampa
Ma va là, le President...

In Francia, come si conviene nella culla della laicità, il presidente Sarkozy ha raccolto la proposta di 58 parlamentari di ogni tendenza politica, guidati dal comunista André Guérin di costituire una “commissione d’inchiesta sulla pratica di indossare il burqa e il niqab”.
Diciamo subito che la cosa non riguarda – ancora – l’Italia, dove una precisa norma del codice penale (peraltro bellamente aggirata da caschi, sciarpe e veli indossati da giovani e vecchi cittadini o religiose) vieta ogni mascheramento che non permetta l’identificazione di chi lo porta. E dove, tuttavia, imperversano simboli o pratiche o nuove icone confessionali e multiculturali, dall’8 per mille alle aule di giustizia, gli ospedali, le scuole, le amministrazioni locali che, per definizione, dovrebbero essere superpartes. Ma in Francia, per giustificare l’inchiesta su una pratica di costume musulmana, la guida dell’Eliseo ha parlato, ahinoi, di “ingiuria alla femminilità ed alla dignità delle donne”, di “prigioni mobili” e di “ingiusto asservimento della femmina verso il proprio coniuge”).
Un po’ troppo.
La Francia, come tutto l’Occidente, è, per la verità, patria deputata di un edonismo sessuale e pornografico che dilaga in ogni dove, con nudità, tatuaggi, miniveli anche inestetici graziosamente concessi per le strade e su organi di stampa, spettacoli, spiagge, concorsi, trasmissioni televisive.
E’ forse con cotali “costumi” che si difende la “dignità femminile”, Monsieur le President? E’ forse questa la “retta” via occidentale della “liberazione della donna”?
Tantopiù che questa crociata antiburqa appare più che peregrina – se indirettamente collegata a una ventata di intolleranza anti-islamica - in una società come quella francese che ha dimenticato da tempo la “laicità” e, anzi, permette pratiche “religiose” (sic) come la circoncisione o elimina dalle mense scolastiche pubbliche la carne di maiale o differenzia gli orari di ingresso nelle piscine frequentate da donne islamiche…
O si tratta di “ordine pubblico”? O di lotta contro la sudditanza delle femmine ai maschi?
Ma va là, le President…
Le silhouettes di donne in burqa sono forse più pericolose o oscene di un qualche osannato “gay pride”?
E non è forse vero che le donne islamiche che scelgono il burqa lo fanno per libera scelta, e magari con un pizzico di vanità…, come più volte ricordato da islamisti e statistici?
E poi questi Novelli Belfagor dei costumi – come li definisce in un suo commento su voxnr il politologo Philippe Randa – non sono gli stessi che hanno fatto della Francia il “laboratorio multiculturale ed immigratorio” per antonomasia dell’Europa? Non sono stati loro - dai comunisti, ai verdi, ai socialisti, ai centristi, ai liberisti – a trasformare la Francia in una pentola di Pandora?
Ah, già. Belfagor, il Diavolo, fa le pentole ma non i coperchi…

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