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Berlusconi ostenta tranquillità

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Mercoledì 1 Luglio 2009 – 15:09 – Rinascita stampa

La crisi economica che sta colpendo tutto il mondo continua a far sentire i suoi nefasti effetti, eppure il governo e lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, continuano a minimizzare il tutto, quasi volendo nascondere una realtà tutt’altro che rosea.
Tornando ieri sull’argomento il Cavaliere ha sottolineato per l’ennesima volta: “Non ci sono paure nel consumare. Soprattutto, chi ha entrate sicure, come i dipendenti dello Stato che sono sicuri di non essere licenziati e hanno più soldi dell’anno precedente, perché devono subire questa paura?”, esortando tutti a rilanciare i consumi, unico metodo per smuovere l’economia. Sempre l’azzurro è poi tornato sul suo monito agli organi d’informazione tuonando “finiamola di leggere queste enfatizzazioni della crisi”, sostenendo che la difficile congiuntura economica finirà attraverso comportamenti ottimistici e fiduciosi.
Sempre l’inquilino di Palazzo Chigi, continuando a dispensare ottimismo ai quattro venti, ha quindi nuovamente affermato che la situazione finanziaria mondiale non presenta nessun rischio e dal momento che i fallimenti ci sono stati “ora non ci sono più timori”.
La tesi di Berlusconi è stata ripresa e sostenuta anche da altri esponenti dell’esecutivo come Maurizio Sacconi, ministro dello Stato sociale o almeno di quel po’ che ancora ne rimane, che rilancia “la crisi ha alle spalle il peggio del peggio e la soluzione finale del sistema capitalistico che abbiamo temuto, non c’è stata per fortuna perché gli Stati sono intervenuti”, pur ammettendo che il futuro a breve termine potrebbe essere ancora difficile per le imprese, esaltando l’azione in tal senso del governo, in quanto per le imprese l’apposito decreto è intervenuto in termini di liquidità, mentre per i cittadini in merito all’occupazione, ed il tutto “senza mai trascurare l’obiettivo della finanza pubblica e in particolare del debito pubblico”.
Il Partito democratico, alle prese con la conta interna e la conseguente corsa alla segreteria, ha immediatamente contestato le parole del centrodestra, con Massimo D’Alema che non ha usato certo mezzi termini. L’ex comunista ha infatti affermato: “Aspettando che passi la nottata, la classe dirigente italiana rischia di condannare il Paese ad un lungo periodo di declino”, definendo inadeguato l’atteggiamento della maggioranza. Secondo Baffino per via della grave congiuntura economica che si è andata determinando “l’esigenza di avviare un ciclo di riforme veramente coraggiose. Una classe dirigente responsabile ha il dovere di aprire una discussione seria: la povertà del dibattito pubblico è impressionante ed è motivo di seria preoccupazione”. Lanciando altri strali avvelenati contro il governo l’ex ministro degli Esteri ha poi asserito che prevedibilmente ci sarà un aumento della disoccupazione e quindi “l’insorgere di problemi di finanziamento della protezione sociale”. Per affrontare il tema della disoccupazione di lungo periodo, ha continuato, non basta la conferma degli ammortizzatori sociali in deroga, ma “una riforma del Welfare e delle pensioni che nessuno ha affrontato”.
L’ex numero uno del Bottegone ha poi concluso il suo atto d’accusa sostenendo che il problema più grande posto dalla crisi finanziaria ed economica “è il peso dell’asimmetria tra la crescita dei mercati mondiali e l’assenza di istituzioni sovranazionali”, parole queste che si commentano da sole e che sono facilmente smentibili, visto che la grande finanza sta facendo di tutto per poter controllare ogni minimo dettaglio.
Nel dibattito non poteva non intervenire anche Confindustria, secondo il presidente Emma Marcegaglia infatti “se lavoriamo tutti insieme con determinazione e forza, compatti e senza chiacchiere, riusciremo a sconfiggere questa brutta crisi”, chiedendo al governo che “vengano sostenuti gli imprenditori veri quelli sani che hanno fiducia nel paese”.
Sulla crisi si sente dire tutto ed il contrario di tutto, ma mentre destra, sinistra ed industriali offrono soluzioni diverse e spesso in contrasto tra loro gli italiani si ritrovano a vivere una situazione sempre più difficile.

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